Manuel Agnelli: “Serve una legge sulla musica. Il focus nell’emergenza restano i lavoratori, i sostegni economici non bastano”
Sabato pomeriggio a Piazza del Popolo a Roma i lavoratori dello spettacolo (la maggior parte di loro non lavora da oltre un anno) si sono dati appuntamento per far sentire la loro voce di protesta, prendendo parte alla manifestazione/flashmob “Bauli in Piazza”.
Al loro fianco, numerose associazioni del settore audiovisivo, del cinema e del teatro, come La Musica Che Gira e U.N.I.T.A. – Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo, e alcuni volti noti, tra cui il leader degli Aftehours Manuel Agnelli, il quale, intervistato da La Stampa, ha dichiarato quanto segue:
«È solo un primo passo, anche se importante, perché iniziano a prenderci seriamente, ma non possiamo dirci soddisfatti. Capisco che si debba andare con prudenza e a piccoli passi, ma i teatri potevano operare in sicurezza meglio dei supermercati già prima. Nel mondo dei live musicali invece si opera con grande anticipo: non è che se il 26 si riapre, il 30 ci sono dei concerti. I calendari vengono fatti mesi prima, c’è la promozione, l’organizzazione… E più i nomi sono grossi, più tempo ci vuole. […] Chiediamo diritti per i lavoratori del mondo dello spettacolo e una riforma dell’intero settore che deve essere normato dal punto di vista legislativo in ogni suo aspetto. Io, che sono un musicista, dico da tempo che serve una legge sulla musica. […] Il focus nell’emergenza restano i lavoratori, i sostegni economici non bastano, sono solo una pezza a una situazione drammatica. […] Noi che facciamo musica, diciamo contemporanea, e non classica o jazz, siamo sempre stati considerati degli intrattenitori, dei giullari. Per la prima volta siamo stati uniti e consapevoli, facendo vedere che siamo in tantissimi, che siamo dei professionisti e che come tali meritiamo di essere trattati. Lo spettacolo è una cosa seria. […] Mi auguro che se il piano di vaccinazione funziona e riusciamo ad arrivare all’inizio dell’anno in sicurezza, la prossima potrà essere un’estate di concerti quasi normali. Dico quasi perché credo che continueremo a dover rispettare un certo tipo di norme di sicurezza sanitaria. E parlo dell’estate perché organizzare all’aperto sarà più semplice e meno costoso».
[Articolo a cura di Skatèna]
Pubblicato il: 19/04/2021 da Skatèna