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Massimo Pericolo: il nuovo video “Beretta” è stato segnalato dalla Questura di Varese alla Magistratura

Massimo Pericolo: il nuovo video “Beretta” è stato segnalato dalla Questura di Varese alla Magistratura

So che non mi supporti, ma non ne ho bisogno
Ce ne ho metà sul conto e metà sul polso
Ho fatto i soldi, ma senza sparare un colpo

 

di Skatèna

Dopo il successo dell’album d’esordio Scialla Semper uscito nel 2019, venerdì 17 luglio è uscito Beretta, il nuovo brano dalle sfumature EBM di Alessandro Vanetti meglio noto come Massimo Pericolo, per la produzione di Crookers.

Pensato e sceneggiato dallo stesso Massimo Pericolo e diretto da LABZERØ, il videoclip lo vede vestire i panni di uno sbirro corrotto che gira per la provincia di Varese con una volante con su scritto “Pericolo” al posto di “Polizia” e si atteggia da rapper tra soldi, armi e balletti, una figura sicuramente agli antipodi con la storia del rapper e con il messaggio delle sue canzoni.

Ho riflettuto che la polizia è più G di qualsiasi rapper, tutto ciò che dico nella canzone potrebbe essere un ego trip di un poliziotto corrotto tipo cattivo tenente – racconta Massimo Pericolo – Ha uno stipendio sicuro e può fare carriera, ha un rispetto basato sulla paura, ha sempre la pistola carica, può sequestrare la droga, ha il potere ecc.. I giovani non lo supportano ma lui non ne ha bisogno perché ha la legge dalla sua parte. Questo è il concept del video. A parte i gatti che ho voluto inserire per forza. Ma comunque sono in divisa anche loro

  • Un video fuori dagli schemi e ironico con alcuni easter egg presenti come la livrea della macchina della polizia con la scritta PERICOLO sul fianco o la maschera utilizzata dall’artista di Brebbia per fare la rapina. Non solo il video esce dalla zona di comfort dei clip hip hop, anche le sonorità di “Beretta” rappresentano per Massimo Pericolo un sound tutto nuovo: un pezzo club con un testo trap e una produzione essenziale realizzata quasi interamente solo con basso e batteria da Crookers (newsic.it)

 

Il videoclip di Beretta è stato pubblicato casualmente due giorni prima del fattaccio di cui si è parlato molto in questi giorni, ossia dell’inchiesta sulla caserma dei Carabinieri di Piacenza per traffico, spaccio e torture.

Non sono mancate le reazioni della Polizia di Stato.

Secondo quanto scritto sul sito d’informazione Forze Armate News, il video sarebbe stato segnalato dalla Questura di Varese all’autorità giudiziaria per essere rimosso e per richiedere danni di immagine. [Fonte: Rumore Mag]

Di seguito, le dichiarazioni di Franco Maccari, vice presidente nazionale della Federazione sindacale di Polizia (Fsp):

CI FA SICURAMENTE PIACERE, MA LO RITENEVAMO UN DOVERE, SAPERE CHE IL PSEUDO CANTANTE ED EX GALEOTTO ALESSANDRO VANETTI, CHE SI FA “SIMPATICAMENTE” CHIAMARE MASSIMO PERICOLO, SIA STATO SEGNALATO ALL’AUTORITÀ GIUDIZIARIA DI VARESE. RESTA INCOMPRENSIBILE COME SI POSSA CONSENTIRE AD AZIENDE PRIVATE DI REALIZZARE DIVISE DELLA POLIZIA DI STATO ED ADDIRITTURA VEICOLI CHE SONO RICONDUCIBILI ALLA POLIZIA DI STATO CON SCRITTE FARLOCCHE!

Continua il vice presidente: “Auspichiamo che il video in questione sia al più presto rimosso anche per le visualizzazioni ricevute grazie alle denunce e segnalazioni che noi stessi abbiamo esperito. E che vengano chiamati a rispondere dei danni d’immagine causati tutti i responsabili con l’obbligo di risarcire anche le famiglie dei Poliziotti feriti o deceduti per garantire la libertà, la legalità e la democrazia che qualcuno utilizza per ottenere profitti inversamente proporzionali a questi princìpi!”

Il termine “ex galeotto” nei confronti di Massimo Pericolo è legato al suo passato: nel 2014 durante un’operazione antidroga – legata prevalentemente al commercio di marijuana, venne arrestato insieme a trenta persone dalla Polizia  nell’operazione Scialla Semper, nome che poi è diventato il titolo del primo album, uscito nel 2019. [Fonte: Rumore Mag]

Di seguito, l’intervista che Massimo Pericolo ha rilasciato a Rockit.

Che effetto fa andare in giro vestito da poliziotto?

Bruttissimo. Poi parlo per me, non so gli altri. Sapevo anche che era tutta finzione, quindi ero tranquillo. Però non è bello. Pensa che, quando siamo andati a girare una scena sotto il condominio dove vive un mio amico, è uscita una signora tutta spaventata perché ha un figlio che è da un anno ai domiciliari. Ha visto me e la volante e mi ha chiesto: “Oddio, cos’è successo?!” Quando le ho spiegato che stavamo girando un video e non ero un vero sbirro, allora si è rilassata. Mi ha detto: “Allora voglio levarmi la soddisfazione di mandarti a fanculo!”.

Non ha notato che sulla volante c’era scritto “Pericolo” e non “Polizia”?

No, ma quell’adesivo l’abbiamo cambiato dopo, mi sa. Si è subito tranquillizzata, comunque. L’intero video vuole essere molto metaforico, è come se ribaltassi completamente l’estetica del gangsta rap: io interpreto uno sbirro corrotto che ha fatto i soldi ed è al di sopra della legge e anziché flexare le collane, flexo le medagliette, cioè i gradi che sono sulla divisa.

Massimo Pericolo nel videoclip di BerettaMassimo Pericolo nel videoclip di Beretta

Sei tornato minaccioso: i tuoi ultimi lavori avevano addolcito un po’ la tua immagine?

Mah, no, perché non ero ancora famoso. Sono sicuramente partito da pezzi più soft come Totoro o X3. Quando è uscito 7 Miliardi la gente questi vecchi pezzi se li ricordava ancora e mi scriveva di metterli su Spotify, per cui ho sempre alternato un lato più soft a uno più street.

E il lato LOL?

Non manca mai, perché in questo caso non voglio che la gente mi prenda sul serio e che pensi che sparo alle persone, ecco. È più per giocare con il video, per ricordare che il mio rap viene da quelle situazioni, da quell’ambiente. La Beretta è solo una metafora, ma non voglio neanche che sia gangsta rap preso male.

Quando è nata l’avversione per gli “uomini in blu”?

È una mentalità con cui si cresce, inevitabilmente amplificata dai guai con la legge che hai durante la vita. Se ci fai caso, però, nel testo non c’è nessun riferimento alla Polizia. Non fosse per il video diresti che parlo di altro.

Massimo Pericolo nel videoclip di Beretta.Massimo Pericolo nel videoclip di Beretta.

Sì, dopodiché la Beretta è la classica arma in dotazione alla Polizia.

Sì, tra l’altro l’esperto che ci ha fornito la macchina per il video ci ha raccontato che, sopra un certo grado che non ricordo, un poliziotto può scegliersi la pistola che vuole. Quindi, uno può andare in giro anche con una Desert Eagle o un revolver. Fino a un certo grado di ufficiale hai una Beretta, poi puoi prenderti quello che vuoi. O almeno, questo è quello che diceva il tipo. Io non ci ho mai fatto tanto caso.

Nel video c’è una citazione all’omicidio di George Floyd?

Sì, ma non sono nuovo a questo tipo di denunce: se ricordi bene anche nel video di 7 Miliardi mostro il volto di Giuseppe Uva, il familiare di un mio amico che ha fatto la stessa fine di George Floyd, che tuttora non ha avuto giustizia. Veniva inquadrata una macchina con la sua foto: era la macchina della madre. Quella donna ha speso anni e soldi per un processo che tuttora non ha trovato colpevoli. Molto spesso in Italia è più facile protestare per cose lontanissime come George Floyd che per cose che abbiamo dietro l’angolo.

Chi è il volto di cui indossi la maschera?

Cazzo, ma non conosci Social Boom? Mi sono messo anche lo smalto nero. Avevo paura che non fosse chiaro.

Massimo Pericolo.Massimo Pericolo.

Vivi sempre a Brebbia? Com’è crescere lì?

Non sono proprio a Brebbia, ma lì vicino. Non c’è niente da fare, quindi o ti cerchi qualcosa fuori dalla provincia o non te la servono. È la noia più totale, quindi molto spesso questa noia può sfociare in situazioni un po’ tragiche di droga e cose del genere. È abbastanza comune qua. Quegli anni dell’adolescenza, però, sono finiti. Un tempo magari andavo anche solo a Milano per comprare un cappellino, ma ora le mie passioni sono altre e non comportano grandi spostamenti. Ho le arti marziali, il rap. Mi è passata la ricerca inquieta di altri posti: il mio posto alla fine è questo e ci sto bene, è tranquillo. Una volta che cresci, ci sta. Ma quando sei adolescente è ovvio che vuoi scappare, ma ho superato quella fase lì. La vita di provincia peggiora, poi, se hai scarsità economica. Ora che sono abbastanza tranquillo sto bene anche qui: sono legato a questo posto, ci sono i miei nonni.

Diventerai mai un artista major?

Al massimo quello che può succedere è che Pluggers diventi una major. Le proposte per entrare in major ci sono state e ci sono tuttora, ma sto bene con Pluggers. C’è molta più libertà. Non so, ho come l’idea che se fossi major sarei sballottato fra mille scadenze, collaborazioni coi marchi, mille collaborazioni e featuring. Io voglio fare le cose passo passo, con i miei tempi.

Cosa pensi dei featuring?

Se devo farne uno, lo faccio con Touchè. A me importa poco delle collaborazioni importanti e strategiche. Ho aperto YouTube e ho visto ‘sto ragazzino bravissimo che aveva qualcosa di diverso. Non sapevo chi fosse questo Seba a cui è rivolto il dissing, né lo so tuttora. Non ho niente contro questo Seba, ma il pezzo in sé era troppo figo per non essere remixato. Quando l’ho scoperto, ho mandato il link sul nostro gruppo WhatsApp: il famoso gruppo Emodrill GANG, un gruppo per pochi.

Come hai conosciuto Phra Crookers?

Tramite Barracano e Speranza, perché aveva fatto il remix di Sparalo. Ci siamo incontrati a Milano, lo conoscevo solo di nome, dal punto di vista musicale non lo conoscevo molto perché non era un rapper, quindi non ho mai approfondito la cosa. Ovviamente sapevo che aveva fatto il feat. con Fabri Fibra e che lo conoscono tutti.

Quanto hai frequentato i club?

Pochissimo. Una delle uniche volte che sono andato a sentirmi un DJ in un club sarà stata Skrillex all’Amnesia a 17 anni. Per il resto andavo ai rave, a sentire la TEKNO con la k in quegli eventi in cui non sai neanche chi cazzo sta suonando e manco te ne frega. Però mi ha sempre gasato l’idea di rappare sulla cassa.

Come affronti le critiche?

Ho sempre un po’ di paranoie che la gente non capisca i pezzi. Lavoro continuamente su questa roba e cerco di migliorare sempre questi aspetti di me. Cerco di essere superiore a certe dinamiche, come ai commenti sui social. Sembra banale, ma non è automatico, perché comunque vuoi vedere le cose che fai, vuoi sapere come stanno andando. Quando inizi a vedere gente che ti insulta e tu ti triggeri, diventa un’ossessione. Sono uscito anche da tutti i gruppi Facebook. Quello è il passo più grande che sto facendo: abbandonare Facebook e ignorare i commenti YouTube. Anche perché io analizzo le cose, ma non giudico.

Massimo PericoloMassimo Pericolo

E i live?

Quelli li cerco disperatamente. Mi diverto ed è forse la cosa che personalmente mi ha arricchito di più. Nel team del tour ci sono solo amici, perciò è bello proprio umanamente e mi diverto. Mi prendo male solo quando sono stanco e non suono come vorrei.

Prossimi live?

Tornerò sul palco al Viva Festival. Non sarà propriamente un mio live, ma un’ospitata: farò quattro pezzi insieme alla band di un mio amico, i 72 Hours Post Fight. Il concerto sarà loro e la gente sarà seduta, ma per ora è meglio che stare a casa. Indubbiamente.

Nel quotidiano cosa fai a casa?

Ho un po’ mollato il discorso delle arti marziali perché la musica sta andando bene, quindi richiede più tempo. Mi alleno comunque, faccio palestra coi pesi a casa. Ho questa doppia vita in cui faccio il rapper e il salutista a casa.

Nel tempo libero ti vestirai ancora da poliziotto?

Non credo succederà ancora. La cosa divertente, però, è che anche dopo che ho detto alla signora che non ero un vero sbirro, ha continuato sempre a darmi del “lei”.

Pubblicato il: 30/07/2020 da Skatèna