Nick Cave: “La canzone di protesta per eccellenza è My Sweet Lord cantata da Nina Simone”
di Karol Lapadula
Sul proprio sito, in uno dei suoi recenti Red Hand Files, Nick Cave, alla domanda di un suo fan che gli ha chiesto qual è la “canzone di protesta” che ammira “per il modo in cui è stata scritta o arrangiata”, ha risposto Nina Simone e la sua la versione live di “My Sweet Lord” di George Harrison, inclusa nell’album dal vivo dell’iconica cantante del 1972, “Emergency Ward!”.
Queste le parole del cantautore australiano:
“Questo album inizia con un’interpretazione di 18 minuti di ‘My Sweet Lord’, che potrebbe benissimo essere il suo più grande successo musicale. La versione di Nina Simone della delicata preghiera cosmica di George Harrison diventa, nelle sue mani, un urlo di abbandono spirituale e di accusa. Questa interpretazione è un’emozione gospel da brivido, con mantra, selvaggi battiti di mani sincopati e strane urla di sottofondo, per gentile concessione del Bethany Baptist Church Junior Choir del South Jamaica di New York. Il canto del mantra ‘Hare Krishna’ è stato rimosso e sono stati aggiunti altri ‘Hallelujah’ mentre Nina torna alle sue radici da Metodista e proclama: ‘I really want to see you, Lord. But it takes so long’. E più avanti: ‘Il mondo ha bisogno di te. Non vuoi mostrarti, Signore?’ […] È una canzone di protesta per eccellenza, che funge da forma di trasporto, un veicolo che ci trasporta in un viaggio complesso e sfumato nella rabbia trascendente. La canzone stessa diventa forgia di rabbia, in cui Nina Simone è combattuta e ribelle e, nei versi finali, tira giù i cieli che si infrangono intorno alle nostre orecchie. […] Forse, questa è la voce di protesta di cui abbiamo bisogno ora – intelligente, investigativa, trascendente, infuriata e decisamente complessa”.