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VALORI IN CORSO con LUDOVICA VALORI

The Pogues - Danny Boy

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Nirvana – Polly (Live on MTV Unplugged in New York)

Nirvana – Polly (Live on MTV Unplugged in New York)

Let me take a ride
Don’t cut yourself
I want some help
To please myself

 

Il 20 febbraio 1967 nasceva ad Aberdeen Kurt Cobain, frontman dei paladini del grunge Nirvana, da lui formati con Krist Novoselic nel 1987.
L’8 aprile 1994 Kurt venne trovato morto nella sua casa di Seattle, ucciso da un colpo di fucile.

  • il miglior artista degli anni novanta nonostante la sua breve vita. (Rolling Stone)

Gli rendo omaggio proponendovi la visione di uno spezzone del leggendario MTV UNPLUGGED IN NEW YORK dei Nirvana in cui il nostro angelo biondo esegue Polly:

La prima versione di MTV UNPLUGGED IN NEW YORK venne pubblicata nel novembre del 1994 dopo la storica esibizione del 18 novembre 1993 ai Sony Studios di New York.

Quella sera, Cobain e gli altri si concentrarono su cover di Bowie, dei Vaselines e dei Meat Puppets.

Quanto a Polly, Kurt una volta disse:

“… è un’intima canzone d’amore sullo stupro. Successe una cosa del genere ad un mio amico, che fu rapito e violentato da un uomo per qualche giorno. Prima o poi dovevo trattare questo tema traumatico. La canzone già esisteva prima che scrivessi il testo ed era così melodica ed accessibile che pensai avesse bisogno di un testo efficace per incrementarne la bellezza”.

Polly è il sesto brano del secondo album dei Nirvana Nevermind, uscito nel 1991 per la Geffen, ma risale almeno al 1988.
Intitolata originariamente Hitchhiker (autistoppista) e poi Cracker, fu rinominata Polly nel 1989. 
Il testo racconta di una ragazza di 14 anni che, dopo un concerto punk rock, venne rapita da un pedofilo che la torturò e la stuprò. Nella ricostruzione della canzone la ragazza scappa dopo aver finto piacere e guadagnato la fiducia dello stupratore, cosa che non avvenne nel caso reale.
  • La canzone trasporta all’interno dei pensieri di Gerald Arthur Friend, un maniaco che già a 22 anni, nel 1960, sequestrò una dodicenne che chiedeva l’autostop con il fratello, picchiandola, violentandola e tagliandole i capelli. La bambina riuscì a scappare nuotando in un fiume e incontrando un motociclista, mentre il suo aggressore fu incarcerato dopo che il padre, avendolo trovato in un campo ferito da un arma da fuoco, chiamò l’ospedale e la polizia. Inizialmente si suppose che non sarebbe mai uscito dal carcere avendo ricevuto una sentenza di 75 anni, ma nonostante fosse fuggito due volte, nel 1980 gli fu concessa la libertà condizionale, dopo soli 20 anni di prigionia. E questa scelta del giudice cambiò per sempre la vita di un’ altra giovane, quattordicenne, che dopo aver assistito nel 1987 ad un concerto punk rock a Tacoma, si imbatté in lui. È qui che inizia la storia raccontata dai Nirvana, una storia che ha il suo più grande fattore di originalità nell’adozione del punto di vista di un uomo che ha violentato e picchiato un’adolescente innocente, torturandola con fruste di cuoio, rasoio, cera calda e fiamma ossidrica. Una scelta che veramente pochi artisti avrebbero fatto perché pochi sono in grado e hanno la volontà di analizzare il “male” in un modo così profondo e da una prospettiva così particolare, limitandosi di solito a tracciare confini netti tra i “buoni” e i “cattivi”. Fortunatamente la giovane, approfittando di una sosta al benzinaio, riuscì a fuggire dalla roulotte in cui Friend l’aveva rinchiusa, e Kurt Cobain aggiunse il particolare falso secondo cui riuscì a evadere fingendo di provare piacere e affetto nei confronti dell’uomo. L’uomo fu arrestato dopo che fu fermato nella sua macchina per violazione del codice stradale e la ragazza fece una causa allo stato per la precedente liberazione precoce del criminale. Per quanto riguarda il testo, il primo verso colpisce particolarmente per la sua apparente stranezza: “Polly vuole un cracker”. Bisogna considerare che Polly è un nome comune per i pappagalli, sembra infatti che lo stesso pappagallo di Kurt Cobain si chiamasse in tale modo. Inoltre il loro verso rimanda alla radice della parola cracker e i semi presenti nel testo possono alludere al cibo per i pappagalli. Ciò che ricorda più la violenza è il doppio senso di questa immagine (da Bunkum Flag-Staf and Independent Echo, nel giornale “The Knickerbocker”),  in cui un bambino, esausto per la richiesta del cracker da parte del pappagallo, minaccia di picchiarlo con un bastone. Si sfrutta così la somiglianza tra la parola Cracker e il verbo “to crack” che significa “spaccare”. (da Ti racconto una canzone/Altervista)

Articolo a cura di Skatèna.

L’immagine in evidenza è uno screenshot del video postato.

Pubblicato il: 19/02/2020 da Skatèna