Peppino Impastato: “Io voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda”

Nessuno ci vendicherà:
la nostra pena non ha testimoni

Sono passati 45 anni da quando, quella notte tra l’8 e il 9 maggio 1978, Peppino Impastato fu ucciso dalla mafia che gli fece

pagare il conto di un giornalismo fatto di denunce senza paura.

Il delitto, che all’epoca passò quasi inosservato poiché commesso lo stesso giorno in cui avvenne il ritrovamento del corpo di Aldo Moro, fu ideato dagli uomini di Cosa Nostra in modo tale da farlo sembrare un fallito attentato terroristico messo in atto dallo stesso Impastato, dilaniato da una carica di tritolo che lui stesso avrebbe sistemato lungo la strada ferrata della stazione di Cinisi.

Durante il processo, grazie alle indagini condotte dal giudice Rocco Chinnici, la tesi dell’attentato terroristico fallito fu ribaltata e fu condannato all’ergastolo Tano Badalamenti, il boss di Cinisi che abitava a cento passi dall’abitazione di Impastato e che quest’ultimo, spesso, attaccava dai microfoni della sua Radio Aut.

Io voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda. Noi ci dobbiamo ribellare. Prima che sia troppo tardi, prima di abituarci alle loro facce, prima di non accorgerci più di niente.

Di seguito, una scena de I cento passi di Marco Tullio Giordana, film del 2000 che ha contribuito a far conoscere agli italiani la figura di Peppino Impastato.

Sul fronte musicale, vi consiglio l’ascolto di Ventisei canzoni per Peppino Impastato, doppio cd uscito per il trentennale della sua morte, che contiene poesie e racconti dello stesso Impastato, rielaborati e musicati da vari artisti, tra cui figurano i Modena City Ramblers, la Gang, Carmen Consoli, Marina Rei, i 24 Grana, Marlene Kuntz e gli Yo Yo Mundi.

Se invece siete curiosi di ascoltare la voce di Impastato e la sua trasmissione Onda pazza trasmessa in quegli anni da Radio Aut, su YouTube sono stati caricati vari video al riguardo, tra cui quello che qui vi posto:

L’immagine in evidenza è uno screenshot del video postato.