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Recensione del nuovo disco di Wrongonyou “Rebirth”

Recensione del nuovo disco di Wrongonyou “Rebirth”

Marco Zitelli, in arte WRONGONYOU, dopo aver rilasciato 2 EP,  qualche singolo e prodotto la colonna sonora del recente film di Alessandro Gassman “Il Premio”, in cui Marco recita una parte, ha pubblicato il suo primo album ufficiale.
Il titolo del suo ultimo lavoro è “Rebirth” (Carosello Records) anticipato dal singolo “Prove It”.
Rebirth appunto “rinascita” come quella che ha attraversato il musicista nella vita personale dopo dei momenti non proprio felici prima della pubblicazione.
Il disco è uscito il 9 marzo ed è stato presentato alla Feltrinelli di Roma e sempre lo stesso giorno alle 19 a Milano presso la scuola di moda e design Raffles, ed è già iniziato il “Rebirth” tour che ha registrato il tutto esaurito nelle prime date di Bologna e Milano il 21 marzo si esibirà a Roma presso l’Auditorium Parco della musica (teatro studio), per poi proseguire nel resto d’Italia nelle città di Cavriago, Treviso, Torino, Modena, Trento e Ascoli Piceno
WRONGONYOU si è anche esibito nei palchi nei grandi festival internazionali come Europa Vox in Francia, Primavera Sound in Spagna e l’Eurosonic in Olanda ed è stato selezionato per suonare in 3 concerti all’interno del SXSW 2018 (South by Southwest Festival) che si terrà ad Austin in Texas dal 12 al 17 marzo.
Ma torniamo a descrivere “Rebirth”,  che vede tra l’altro la collaborazione di Michele Canova con cui il cantante romano ha lavorato alla scrittura dei nuovi brani. Nell’album sono presenti anche 2 brani vecchi ai quali l’artista romano è molto legato che sono “The Lake” e “Killer”
Ascoltando l’album con le sue sonorità molto delicate e profonde Wrongonyou ci porta in un viaggio virtuale che va dalle montagne del Canada ai boschi del Wyoming; in quasi tutti i testi, tutti rigorosamente in inglese, la protagonista è la natura come nei brani Tree, Son of Winter, Green River per poi passare a testi d’amore come la ballata “Sweet Marianne” eseguita solo chitarra e voce o con testi molto più personali come “Rebirth” dove il cantautore romano dichiara che dopo aver toccato il fondo improvvisamente si trovano gli stimoli la spinta per risalire in superficie e tornare a respirare.
Nel suo insieme l’album è piacevole con sonorità che mischiano indie, folk ed elettronica e la voce delicata del cantante di Grottaferrata.

Scritto da
Riccardo Pure Ranking

Pubblicato il: 21/03/2018 da Redazione Radio Città Aperta