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Red Hot Chili Peppers: compie 30 anni “Blood Sugar Sex Magik”

Red Hot Chili Peppers: compie 30 anni “Blood Sugar Sex Magik”

I don’t ever want to feel
Like I did that day
Take me to the place I love
Take me all the way

 

Il 24 settembre 1991 è una data importante per la storia della musica rock, in quanto non solo ricorre l’anniversario dell’uscita di Nevermind dei Nirvana, disco-manifesto del movimento grunge, ma anche di un altro capolavoro senza tempo: Blood Sugar Sex Magik, quinto album in studio dei Red Hot Chili Peppers.

Prodotto da Rick Rubin, venne pubblicato dalla Warner Bros piazzandosi al terzo posto della Billboard 200 e vendendo 13 milioni di copie in tutto il mondo.

L’album è uno dei miei ascolti preferiti e contiene una serie di singoli molto belli: Under the BridgeGive It AwaySuck My Kiss e Breaking the Girl.

Tra questi, vorrei raccontarvi qualche curiosità su Under the Bridge, uscito il 10 marzo 1992.

Ecco la storia che sta dietro questa canzone.

Anthony Kiedis e Hillel Slovak avevano problemi con l’eroina e più volte avevano tentato di disintossicarsi, ma senza risultati, finché il 27 giugno del 1988 il chitarrista venne trovato morto nel suo appartamento. I risultati dell’autopsia parlarono chiaro:  era morto due giorni prima per un’overdose.

Anthony rimase talmente scioccato che non riuscì a presentarsi al funerale dell’amico, così si rifugiò in un piccolo villaggio del Messico per riprendere con le sue bad habits.

Dopo qualche tempo si lasciò convincere ad entrare in rehab, e fece pace con se stesso visitando la tomba di Hillel.

Nonostante il batterista Jack Irons avesse abbandonato la band in seguito alla dipartita di Slovak, Flea e Kiedis decisero di continuare con i Red Hot Chili Peppers e fu così che reclutarono John Frusciante alla chitarra e Chad Smith alla batteria.

La band ingaggiò dunque Rick Rubin per la produzione di Blood Sugar Sex Magik (1991).

Fu proprio Rubin a scovare, tra gli appunti di Kiedis, una meravigliosa poesia che parlava di dolore e solitudine. Quella poesia era Under The Bridge. E fu grazie a lui che la canzone fu poi pubblicata.

Le parole mi sono venute in mente una notte in macchina, al ritorno dalle prove. Facendo un piccolo riassunto della mia vita, non ho potuto fare a meno di notare quanto fossi solo. Ero sobrio, e il mio corpo era guarito; ma la mia testa non era ancora in grado di affrontare tutti i problemi connessi alle relazioni personali e affettive. L’unica luce in quel momento buio era Los Angeles, la città in cui avevo vissuto negli ultimi vent’anni. Le sue colline, i suoi edifici e i suoi abitanti sembravano comprendermi e confortarmi più di qualsiasi amico. (Anthonh Kiedis)

In Under the bridge Anthony Kiedis racconta di quando con alcuni suoi “amici” si radunavano sotto un ponte di Los Angeles per drogarsi. Infatti il ritornello dice “I don’t ever wanna feel / Like I did that day” (“Non voglio mai più sentirmi come allora”). Sotto quel ponte Anthony ha perso un po’ del suo sangue (“Under the bridge downtown / Is where I drew some blood”), è diventato tossicodipendente (“I could not get enough”), ha dimenticato il suo amore (“Forgot about my love”) e  stava anche per buttar via la sua vita (“I gave my life away”).


Articolo a cura di Skatèna.

L’immagine in evidenza è uno screenshot del primo video postato.

 

Pubblicato il: 24/09/2021 da Skatèna