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Ricordando Claudio Lolli: “Borghesia”

Ricordando Claudio Lolli: “Borghesia”

Cosa è rimasto del Movimento del ’68? Ecco cosa è rimasto (indica la moglie Marina): più delle storie d’amore credo che non ci sia niente. Perché vedi, le rivoluzioni finiscono, le storie d’amore no

Il 28 marzo 1950 nasceva a Bologna Claudio Lolli, cantautore, scrittore e professore liceale.

Colto, impegnato e raffinato, fu il vero poeta del Movimento. Aveva iniziato a cantare tra i tavoli dell’Osteria delle Dame. Lo scoprì Francesco Guccini che lo trascinò con sé alla Emi. Nel ’72 uscì il suo primo disco, “Aspettando Godot”, in cui fu inserita la sua canzone del 1966 Borghesia con cui oggi voglio ricordarlo.

  • Spentosi l’eco del 1968 dopo il congresso di Bologna di Potere Operaio (1972), il movimento studentesco si sbriciolò in mille rivoli e diede inizio da un lato alla crescita elettorale e di militanza del Partito Comunista, dall’altro alla nascita delle Brigate Rosse e delle formazioni che sostenevano la necessità di una rivoluzione militare. Si afferma un’estetica legata soprattutto ai cantautori impegnati, tra cui Claudio Lolli è stato certamente quello più aderente all’immagine della militanza anche nella vita quotidiana. In questa pagina ricordo la sua canzone più omologata, “Borghesia”, con un testo ancora meravigliosamente romantico e superato – non ci accorgemmo che la piccola borghesia sarebbe rimasta triturata nelle mole della storia insieme al proletariato da cui era nata. (Paolo Fusi) 

TESTO DI BORGHESIA DI CLAUDIO LOLLI

Vecchia piccola borghesia per piccina che tu sia
non so dire se fai più rabbia, pena, schifo o malinconia.
Sei contenta se un ladro muore se si arresta una puttana
se la parrocchia del Sacro Cuore acquista una nuova campana.
Sei soddisfatta dei danni altrui tieni stretti i denari tuoi
assillata dal gran tormento che un giorno se li riprenda il vento.
E la domenica vestita a festa con i capi famiglia in testa
ti raduni nelle tue Chiese in ogni città, in ogni paese.
Presti ascolto all’omelia rinunciando all’osteria
cosi grigia così per bene, ti porti a spasso le tue catene.

Vecchia piccola borghesia per piccina che tu sia
non so dire se fai più rabbia, pena, schifo o malinconia.

Godi quando gli anormali son trattati da criminali
chiuderesti in un manicomio tutti gli zingari e intellettuali.
Ami ordine e disciplina, adori la tua Polizia
tranne quando deve indagare su di un bilancio fallimentare.
Sai rubare con discrezione meschinità e moderazione
alterando bilanci e conti fatture e bolle di commissione.
Sai mentire con cortesia con cinismo e vigliaccheria
hai fatto dell’ipocrisia la tua formula di poesia.

Vecchia piccola borghesia per piccina che tu sia
non so dire se fai più rabbia, pena, schifo o malinconia.

Non sopporti chi fa l’amore più di una volta alla settimana
chi lo fa per più di due ore, chi lo fa in maniera strana.
Di disgrazie puoi averne tante, per esempio una figlia artista
oppure un figlio non commerciante, o peggio ancora uno comunista.
Sempre pronta a spettegolare in nome del civile rispetto
sempre lì fissa a scrutare un orizzonte che si ferma al tetto.
Sempre pronta a pestar le mani a chi arranca dentro a una fossa
sempre pronta a leccar le ossa al più ricco ed ai suoi cani.

Vecchia piccola borghesia, vecchia gente di casa mia
per piccina che tu sia il vento un giorno ti spazzerà via.


Fonte immagine in evidenza: https://it.m.wikipedia.org/wiki/File:Claudio_Lolli.jpg


 

 

Pubblicato il: 28/03/2020 da Skatèna