Ricordando Enzo Jannacci, pioniere del rock’n’roll italiano
El purtava i scarp de tennis, el parlava de per lu,
rincorreva già da tempo un bel sogno d’amore.
El purtava i scarp de tennis, el g’aveva du occ de bun,
l’era il prim a mena via, perché l’era un barbon.
Il 29 marzo 2013 fa ci lasciava a causa di un tumore Enzo Jannacci, medico, poeta, cantautore, compositore, cabarettista e attore.
Jannacci seppe esplorare con ironia
- il mondo dei diseredati o della vecchia Milano, il mondo dello spirito di solidarietà tipico del Nord e delle vecchie osterie abitate da personaggi sanguigni e veraci. (Luino Notizie)
Considerato tra i pionieri del rock and roll italiano, insieme a Celentano, Tenco, Little Tony e Gaber (con quest’ultimo formò i Due Corsari), e con una produzione discografica di circa venti album e numerosi 45 giri (primo disco “L’ombrello di mio fratello”, 1959), Enzo fu autore anche di colonne sonore e di canzoni per altri artisti (i più noti Cochi & Renato).
Breve Bio di ENZO JANNACCI
Enzo nacque a Milano il 3 giugno 1935.
Laureatosi in medicina, si specializzò in chirurgia generale, e continuò ad esercitare la professione anche nel pieno del suo successo artistico.
Parallelamente agli studi di liceo ed universitari, frequentò il conservatorio, diplomandosi in pianoforte, ma anche in composizione e direzione d’orchestra.
Agli inizi della sua carriera musicale, si esibiva al Santa Tecla, il tempio del rock’n’roll milanese, assieme ad altri artisti come Celentano e Gaber.
Ma è sul celeberrimo palco cabarettistico del Derby di Milano, in via Monte Rosa 84, scantinato d’una palazzina liberty in zona San Siro, una delle grandi fucine della comicità italiana, che per la prima volta Jannacci si fece notare.
Lo notò tra i tanti anche Dario Fo, che lo prese sotto la sua ala protettrice quando stava per mollare tutto (“Volevo proprio cambiare mestiere: nessuno voleva saperne delle mie canzoni strambe”) per dedicarsi solo alla medicina.
Ed è in quel periodo fecondo che Jannacci divenne una piccola celebrità, l’idolo della Milano-bene, grazie allo spettacolo “22 canzoni”, con la regia di Dario Fo.
Jannacci fu autore anche di indimenticabili colonne sonore di film per il cinema, come per esempio “Romanzo popolare” di Monicelli, “Pasqualino settebellezze” di Lina Wertmüller che nel 1987 gli valse una nomination all’Oscar come miglior colonna sonora, e “Piccoli equivoci” di Ricky Tognazzi.
Partecipò per la prima volta al Festival di Sanremo nel 1989 con “Se me lo dicevi prima”. Si ripresentò sul palco dell’Ariston nel 1991 con “La fotografia” in coppia con Ute Lemper, e poi nel 1994 con “I soliti accordi” in coppia con Paolo Rossi.
Nel 2001, dopo sette anni di silenzio discografico, Jannacci diede vita al suo ultimo lavoro: “Come gli aeroplani”, un cd di quasi tutti inediti, dedicato a suo padre, la cui fotografia è nella copertina del disco.
Fonte immagine in evidenza: https://picryl.com/amp/media/enzo-jannacci-1964-4266be
Pubblicato il: 29/03/2023 da Skatèna