Ricordando Franco Califano, “il Prévert di Trastevere”
… ma sai la rabbia mia io se non corro muoio di malinconia…
Il 30 marzo 2013, a 24 ore dalla morte di Enzo Jannacci, ci lasciava Franco Califano nella sua casa di Acilia all’età di 74 anni: era malato da tempo.
La sua ultima apparizione pubblica risaliva al 18 marzo, al Teatro Sistina di Roma.
- Nato a Tripoli il 14 settembre 1938, Califano ebbe un’infanzia “davvero pasoliniana”, caratterizzata da tante vicissitudini e mille guai. Ragazzo sensibile, dalle antenne straordinariamente attente e ricettive, trovò nella dimensione della canzone il mezzo per poter esprimere al meglio quello che vedeva intorno a lui, la sua filosofia di vita e la sua già matura amarezza. Il contatto – per lui vitale – con le persone, le cose e con tutto ciò che ruotava nell’universo artistico romano (e poi internazionale), si dimostrò fonte di inesauribile carica vitale e creativa: i critici più attenti, coloro che sanno andare al di là delle apparenze, salutarono un nuovo fenomeno della musica italiana, qualcuno che sapeva andare oltre, con i suoi testi, al mero concetto di canzone. L’universo espresso da Franco Califano toccava una dimensione filosofica ed esistenziale che sapeva andare in profondità e sapeva cogliere sentimenti universali, per quanto assolutamente non banali. Non fu un caso se, anni dopo, gli venne assegnata una laurea honoris causa in Filosofia dall’Università di New York. (Il Tempo)
Califano, il “Prévert di Trastevere“, è stato una delle icone della grande musica italiana d’autore. Con oltre mille opere tra poesie e canzoni scritte nella sua carriera, venti album pubblicati, oltre a numerosi testi scritti per altri cantanti, da Mia Martini (“Minuetto”) a Ornella Vanoni (“La musica è finita” e “Una ragione di più”), da Bruno Martino (“E la chiamano estate”) a Fred Bongusto (“Questo nostro grande amore”), “il Califfo” è tra gli artisti italiani che hanno venduto il maggior numero di dischi.
Oggi voglio rendergli omaggio proponendovi l’ascolto de “Il campione“, brano facente parte dell’album “Tac …!” uscito nel 1977 per la Ricordi.
Basta, domani torno in pista
ti perdo e perdo tanto
ma sai la rabbia mia
io se non corro muoio di malinconia
e rischio di crepare
se risponde il motore me ne posso fregare
Questo, quando un campione è onesto
io tutta la mia gloria la devo a tante corse
ad ogni mia vittoria
alle occasioni perse
al miglior tempo in prova
ad ogni pista dura la mia bravura
Via, se c’è il campione ancora in me la gara è mia
se invece il tempo ha spento la mia frenesia
sbaglio una curva volo in aria e così sia.
Vai, perché se vinco tu sei dietro ai miei trofei
se invece perdo di un illuso cosa te ne fai
in ogni caso un ruolo qui non ce l’avrai…
…Al miglior tempo in prova
ad ogni pista dura la mia bravura.
Via, se c’è il campione ancora in me la gara è mia
se invece il tempo ha spento la mia frenesia
sbaglio una curva volo in aria e così sia.
Vai, perché se vinco tu sei dietro ai miei trofei
se invece perdo di un illuso che ne fai
in ogni caso un ruolo qui non ce l’avrai…
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Pubblicato il: 30/03/2020 da Skatèna