Ricordando Lou Reed, il “Rock N’ Roll Animal” per antonomasia
Non ho mai avuto giovani che strillavano ai miei concerti. I ragazzi strillano per David [Bowie], non per me. A me tirano siringhe sul palco
Il 27 ottobre 2013 ci lasciava uno dei più grandi cantautori e poeti della storia della musica, il “rock’n’roll animal” per antonomasia Lou Reed.
Nato a New York sotto il segno dei Pesci il 2 marzo 1942, Lewis Allan detto Lou crebbe nella cittadina di Freeport – Long Island, in una famiglia della borghesia ebraica medio-alta.
Me ne fregava solo della musica, mi interessava solo quello. Ho sempre creduto di avere qualcosa di importante da dire, e l’ho detto. E’ per questo che sono sopravvissuto, perché ancora credo di avere qualcosa da dire. Il mio Dio è il rock’n’roll. E’ un potere oscuro che ti può cambiare la vita.
Nelle sue canzoni Reed parlava di relazioni difficili e complesse, cercando di descrivere l’umanità metropolitana degradata che lo circondava (“mi piace scrivere di cose che rappresentano l’umanità. Non conosco altro argomento più importante di questo”, disse una volta durante un’intervista), ma lo faceva con poesia, accompagnando l’ascoltatore nei suoi quotidiani viaggi tra i gironi infernali della sua New York, e lasciando sempre trasparire dai testi delle sue canzoni alte dosi di inquietudine e malessere esistenziale.
Lou Reed è la persona che ha dato dignità, poesia e una sfumatura di rock’n’roll all’eroina, alle anfe, all’omosessualità, al sadomasochismo, all’omicidio, alla misoginia, all’inettitudine e al suicidio. (Lester Bangs)
Una volta rimasi colpita da una cosa che lessi tra le pagine interne di copertina di The Best of The Velvet Underground: Words and Music of Lou Reed, e cioè che nei testi scritti da Lou spesso sono presenti le parole “all right“, come a voler significare che va sempre bene alla fine, nonostante tutto…
Fu grazie a Lou Reed (ma non solo) che nacquero i Velvet Underground.
All’epoca i VU non riscossero alcun successo commerciale, ma divennero noti ai più nel corso degli anni, fino ad arrivare a rappresentare un vero e proprio culto negli ultimi tempi: ciononostante, la loro musica sconvolse e rivoluzionò le coordinate del rock “iniziandone” gli adepti a tutto ciò che sarebbe venuto dopo, in particolare a quello che sarebbe stato il punk (anche se ad attitudine e sonorità punk gli U.S. erano già in parte avvezzi, basti pensare alle miriadi di formazioni garage rock degli anni Sessanta).
Per ricordare Lou Reed nel giorno della sua morte, vi propongo l’ascolto di Rock’N’Roll Animal, il suo primo live album pubblicato dalla RCA nel 1974 e registrato durante un concerto che tenne all’Academy of Music di New York il 21 dicembre 1973.
Dopo la contrastata accoglienza ricevuta da Berlin, concept che era seguito al successo glam di Transformer (primo lavoro da solista di Reed), la RCA Records pretese la realizzazione di un disco più commerciale che potesse dare una bella scossa in positivo alla sua carriera, scegliendo di realizzare un album dal vivo con una cernita dei brani migliori del cantore newyorkese, in particolare di quelli provenienti dal repertorio dei Velvet, tranne Lady Lay, pezzo tratto da Berlin.
Rock n Roll Animal è un album controverso, come quasi tutto quello che Reed ha fatto d’altronde, censurato in alcuni Paesi per contenere una versione esplicita di “Heroin“, durante la registrazione della quale, così narra una delle tante leggende sul cantante, egli si fece una pera davanti al suo pubblico.
Ecco le tracce presenti sull’edizione originale in vinile:
Lato A
- Intro/Sweet Jane – (Steve Hunter, Lou Reed) – 7:55
- Heroin – (Lou Reed) – 13:11
Lato B
- White Light/White Heat – (Lou Reed) – 5:15
- Lady Day – (Lou Reed) – 4:00
- Rock ‘n’ Roll – (Lou Reed) – 10:17
Fonte immagine in evidenza: https://albumsforgottenreconstructed.blogspot.com/2018/12/lou-reed-rock-nroll-animalcomplet-and.html
Pubblicato il: 27/10/2022 da Skatèna