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Sepultura: 25 anni di “Roots”, capolavoro tribal-metal

Sepultura: 25 anni di “Roots”, capolavoro tribal-metal

You better show some respect.

Attitude and respect.

 

di Skatèna

Il 20 febbraio 1996 i Sepultura pubblicavano ‘Roots‘, album che fece da spartiacque tra il “vecchio metal” e un nuovo modo di concepirlo e suonarlo.

I continui cambi di ritmo e la contaminazione di musica etnica e tribale hanno determinato la personalità di questo immenso capolavoro discografico.

Questa la formazione dei Sepultura di allora:

  • Max Cavalera – voce, chitarra, percussioni, berimbau
  • Andreas Kisser – chitarra, percussioni
  • Paulo Jr. – basso, percussioni
  • Igor Cavalera – batteria, percussioni

In quegli anni, musicalmente parlando, stava finendo l’ondata grunge e stava per iniziare quella nu: risale al 1995, infatti, il debutto dei Korn, che col loro sound andarono a “sconvolgere e contaminare l’aspetto più sperimentale, disturbato e groovy dei Sepultura, identificabile più che altro nella volontà del maggiore dei Cavalera di scrivere un disco epocale e fuori dai canoni standard” (fonte: Metalitalia).

Le influenze tribali dei Sepultura divennero talmente pressanti che Max Cavalera e soci decisero di registrare parte di Roots presso la tribù indigena degli Xavante, nel Mato Grosso, Brasile.

  • La fusione del ritrovato e viscerale amore per le proprie radici e la propria terra con la fortissima attrazione verso i suoni e le ritmiche di primi Korn e primi Deftones dà vita all’album in questione, sicuramente uno dei punti di rottura della carriera dei Seps. I fan, difatti, sono nettamente divisi dal marcato accento sperimentale che la release va a prendere, progettato da un Ross Robinson – produttore dei Korn, guarda caso – che spreme, insulta, litiga e mena addirittura i musicisti durante le recording session, cavandone fuori un suono straniante, ribassatissimo e disturbato, carico di distorsioni, urla, voci filtrate e groove malato, che non può far altro che generare, nella Sepultribe più ortodossa, un malumore inevitabile. (Metalitalia)

Di seguito, il video di Lookaway, in cui fanno da guest vocals Mike Patton dei Faith No More e Jonathan Davis dei Korn, pezzo fra l’altro co-scritto da DJ Lethal dei Limp Bizkit:

 

Itsàri è una canzone particolare in quanto interamente tribale: è stata infatti realizzata assieme agli Xavante nella loro riserva:

 

 

Pubblicato il: 11/03/2021 da Skatèna