#SondaggioRCA – Miglior band del prog italiano?
Tra i capitoli più felici della scena musicale italiana, c’è senza dubbio il progressivo. Nel periodo che ricopre tutti gli anni ’70, e qualche anno degli Eighties, molti gruppi si sono avvicendati. Alcuni per produrre un solo album e poi sparire, lasciando una gemma, altri per riscuotere un discreto successo e poi regalare fortuna ai singoli membri in progetti successivi, altri ancora per entrare nell’olimpo di questo genere, costruendo carriere lunghe cinquant’anni, durante le quali hanno dispensato musica sopraffina, ma soprattutto tanta bellezza.
Tratti distintivi: alto minutaggio, virtuosismi e sperimentazione.
P.F.M.
Probabilmente la più famosa tra le formazioni del panorama progressivo italiano, il gruppo capitanato da Franz Di Cioccio ha impreziosito la scena musicale del nostro paese per ben cinquant’anni. Ispirati ai Genesis, cantano anche in inglese per un periodo, pubblicando album di alto livello come The Chocolate King, ma i loro capolavori più grandi sono quelli cantati in italiano. Il loro primo album – Storia di un Minuto – contiene alcuni dei capolavori di maggior caratura nello scenario della penisola: Impressioni di Settembre, È Festa, La Carrozza di Hans.
Memorabile la loro parentesi con Fabrizio De Andrè che, oltre a servire da monito contro ogni preconcetto artistico, ci regala anche una delle parentesi più emozionanti della storia musicale del nostro paese. I live registrati col cantautore genovese tra Firenze e Bologna ne sono immortale testimonianza. Così come lo sono le successive evoluzioni di Faber, che da quel momento in poi ha fatto della ricerca musicale un modello di vita.
Dal 1978 in poi, dopo diversi cambi tra italiano e inglese, continuano a pubblicare nella loro lingua madre, sfornando lavori pregevoli per altri quarant’anni, fino all’ultimo Emotional Tattoos del 2017. Il loro successo ha varcato i confini nazionali, e sono ad oggi tra le formazioni più rispettate del panorama musicale.
Premiata Forneria Marconi – La Carrozza di Hans
https://www.youtube.com/watch?v=mI6ODHB1-II
BANCO DEL MUTUO SOCCORSO
Fondato da Vittorio Nocenzi e suo fratello Gianni, iniziano a suonare in una stalla ristrutturata e adibita a studio, presso Marino, ai Castelli Romani. Qualche anno per trovare la quadra, poi decenni e decenni di alta qualità. La voce di Francesco Di Giacomo ha allietato ore e ore della nostra esistenza, addolcendo gli accompagnamenti e i virtuosismi di un gruppo di musicisti eccezionali.
I loro primi cinque album, pubblicati tra il 1971 e il 1976, sono e resteranno delle autentiche pietre miliari, con particolare menzione per Darwin! e Banco del Mutuo Soccorso. Fino al giorno della scioccante scomparsa del loro cantante in un incidente d’auto, avvenuta nel 2014, hanno continuato a dispensare lezioni di musica per più di quarant’anni, sfornando altri album eccezionali come Banco. E la loro attività non si è fermata nemmeno dopo il tragico evento e la malattia di Vittorio Nocenzi che lo ha tenuto lontano dalle scene per un po’.
In mezzo secolo il Banco ha prodotto una gran quantità di musica bellissima, togliendosi anche la soddisfazione di aprire un concerto dei Gentle Giant nel ’76. La loro musica rimarrà immortale, e ancora oggi brani come Moby Dick, L’albero del Pane, Il Giardino del Mago, e tanti altri, mantengono intatta la loro bellezza e la loro efficacia.
Banco del Mutuo Soccorso – L’Albero del Pane
https://www.youtube.com/watch?v=S3Fdxmo-fOw
GOBLIN
Una produzione maggiormente dedicata alle colonne sonore, ha fatto della formazione di Claudio Simonetti una band di culto. Da Profondo Rosso a Suspiria, passando per Zombi, Squadra antigangster, Tenebre e tanti altri.
Il livello delle composizioni, così come quello delle esecuzioni, è sempre rimasto alto, anche quando si sono cimentati in lavori non concepiti per il cinema. Il maggior esempio è Il fantastico viaggio del bagarozzo Mark, un concept album spettacolare, tra tecnicismi, momenti toccanti e tanta, tanta buona musica. Ancora attivi, continuano a macinare tour ed esibizioni, con Claudio Simonetti sempre in prima linea, trovando un sostanzioso riscontro anche all’estero.
Goblin – Profondo Rosso
https://www.youtube.com/watch?v=lN5wpoNJDUk
AREA
Tra tutte, forse la formazione più particolare. Fatta di grandi musicisti, ma anche grandi ricercatori e musicologi. Le loro ricerche sono spesso confluite nei loro lavori e nei loro esperimenti, in un mix di jazz, fusion, progressive e tanto altro. Spesso difficili da etichettare, hanno prodotto brani che solo loro sono in grado di eseguire.
Le ricerche vocali di Demetrio Stratos hanno cambiato il modo di concepire la voce, ora vista come uno strumento: le sue diplofonie e triplofonie sono confluite in album da solista, ma anche in alcuni lavori degli Area. Fino alla sperimentazione finale, in cui diviene strumento musicale a tutti gli effetti: corno africano e flauto balcanico nella maestosa Return from Workuta, contenuta nell’ultimo disco a formazione completa – Gli Dei se ne vanno gli arrabbiati restano! – prima della triste dipartita di Demetrio.
Ad accompagnare le acrobazie vocali di un leader di così alto rilievo, Patrizio Fariselli alle tastiere, Paolo Tofani alla chitarra e Ares Tavolazzi al basso. Le ricerche individuali spesso confluivano in lavori un po’ ostici all’ascolto e poco godibili dal punto di vista melodico, ma la loro ricerca rimane un patrimonio di inestimabile valore, da custodire gelosamente e ascoltare all’infinito.
Area – Return from Workuta
https://www.youtube.com/watch?v=_77GGaJ6KYs
Quale di questi quattro colossi del progressive italiano preferite?
Pubblicato il: 20/06/2021 da Matteo Giacchè