The Crystal Ship: una canzone d’amore per Mary… o per le metamfetamine
Oh tell me where your freedom lies
The streets are fields that never die
The Crystal Ship, brano dei Doors che compare come B-side del singolo Light My Fire, venne pubblicato nel 1967 come terza traccia del loro primo album The Doors.
La canzone, “piccolo gioiello di tre minuti scarsi che è entrato nella storia del rock” (Dario Migliorini – Words and Music), parla della fine della storia d’amore che Jim Morrison ebbe tra il 1962 e il 1964 con una studentessa della Florida di cui si era perdutamente innamorato: Mary Werbelow.
Jim scrisse The Crystal Ship per Mary Werbelow nel 1964, una ragazza con cui si stava per lasciare, la canzone si trovava nel suo famoso quaderno di poesie che aveva quando ci formammo. Era una canzone d’addio per un amore che stava per finire. (John Densmore)
Mary lasciò Jim per i ben noti problemi che quest’ultimo aveva con l’alcool e le sostanze in generale: sarebbe anche stata disposta a tornare ad essere la sua ragazza se solo lui avesse abbandonato quello stile di vita dissoluto. Ma come sappiamo, ciò non avvenne, anzi…
Se The Crystal Ship è dunque la canzone che Jim scrisse ispirandosi alla storia d’amore che ebbe con Mary, tuttavia il significato del testo rimane abbastanza criptico già dal primo verso:
Before you slip into unconsciousness
Subito vien da pensare allo stato di incoscienza indotto all’uso di sostanze stupefacenti… Ma prima di entrare in uno stato alterato di coscienza, Jim chiede alla sua amata ancora un bacio:
I’d like to have another kiss
Quanto alla “nave di cristallo”, alcuni ritengono che essa sia una piattaforma petrolifera che si trovava al largo di Santa Barbara e che era così illuminata da sembrare, appunto, di cristallo; altri, invece, riconducono the crystal ship all’ago attraverso cui si inietta nelle vene la metamfetamina, stimolante del sistema nervoso centrale il cui sale più comune è il cloridrato, che si presenta come polvere bianca o biancastra o come cristalli solubili in acqua. Quest’ultima interpretazione sembra essere piuttosto calzante, non solo perché all’epoca, in determinati contesti, come in quelli artistico-musicali, si faceva grande uso (e abuso) di sostanze: lo stesso Jim era un “estimatore” degli stati alterati di coscienza, e i suoi Doors, oltre a fare dell’ottimo rock psichedelico, devono il loro nome alle “porte della percezione” di un noto verso del poema del 1793 The Marriage of Heaven and Hell di William Blake, parole poi riprese dal titolo del libro di Aldous Huxley del 1954 The Doors of Perception, un saggio che tratta esperienze vissute tramite l’uso della mescalina, principio attivo del peyote.
If the doors of perception were cleansed every thing would appear to man as it is, Infinite. (William Blake)
Fonte immagine in evidenza: https://it.wikipedia.org/wiki/The_Doors#/media/File:The_Doors_1968.JPG
Articolo a cura di Skatèna
Pubblicato il: 08/12/2022 da Skatèna