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The Psychedelic Sounds of The 13th Floor Elevators (1966)

The Psychedelic Sounds of The 13th Floor Elevators (1966)

You’re gonna wake up one morning as the sun greets the dawn

You’re gonna look around in your mind, girl, you’re gonna find that I’m gone

You didn’t realize…

 

I 13th Floor Elevators, tra i miei gruppi preferiti di sempre, furono tra i primi a fare garage rock di matrice psichedelica negli Stati Uniti degli anni Sessanta.

The 13th Floor Elevators.

Originari di Austin, Texas, e guidati dalle visioni del loro frontman/guru Roky Erickson, tra il 1965 e il 1969 sfornarono una serie di brani le cui sonorità e i cui testi sono una chiara testimonianza del loro debito artistico verso le droghe, in particolare l’LSD e la marijuana, sostanze che erano molto in voga all’epoca e ritenute dai loro estimatori in grado di aprire, per dirla con Huxley, le cosiddette “doors of perception“.

The 13th Floor Elevators.

Questa la formazione dei 13th Floor Elevators:

Roky Erickson – voce e chitarra

Stacy Sutherland – chitarra

Benny Thurman – basso

John Ike Walton – batteria

Tommy Hall – jug elettrico

Roky Erickson.

Di seguito potete ascoltare il loro primo album, pubblicato il 17 ottobre 1966 dalla International Artists e dal titolo The Psychedelic Sounds of 13th Floor Elevator (mi raccomando, allacciate bene le cinture, perché si viaggia in altre dimensioni!):

La copertina di The Psychedelic Sounds of the 13th Floor Elevators.

La prima cosa che mi sono chiesta quando ho comprato questo disco è come mai Roky Erickson e soci avessero deciso di chiamarsi proprio così, 13th Floor Elevators. La risposta l’ho trovata sul retro copertina, ove vi è raffigurata una piramide al cui 13º ed ultimo piano sorge l’occhio che tutto vede, altrimenti detto terzo occhio.

Il retro-copertina di The Psychedelic Sounds of the 13th Floor Elevators.

La risposta principale al mio interrogativo risiede proprio lì, dunque, nel punto dove la piramide incontra l’occhio (“Where The Pyramids Meets The Eye”, come verrà intitolato l’album tributo a Roky Erickson del 1990 di cui potete leggere un interessantissimo articolo in inglese QUI).

Ulteriori risposte, naturalmente, le ho trovate ascoltando l’album: 11 tracce decisamente fuori dal comune, pregne di magnetismo ed “acidume”, grezze e psichedeliche allo stesso tempo, segnale lampante delle influenze che le droghe allucinogene hanno esercitato sulle menti dei membri del gruppo.

L’universo è infinito, ma è l’uomo con il suo sguardo che lo restringe o lo allarga. La differenza tra gli uomini è qui: ci sono approcci – idee, comportamenti – che restringono il campo visuale, altri che lo allargano. (Albert Hofmann)

Primo successo estratto da The Psychedelic Sounds of the 13th Floor Elevators fu il singolo You’re Gonna Miss Me, che Roky Erickson scrisse nel 1965 quando faceva ancora parte degli Spades e che scalò le classifiche statunitensi diventando, col passare del tempo, uno dei brani simbolo del garage rock.

Nel video che segue, una performance live degli Elevators: a sinistra, Hall suona la sua electric jug.

Quanto allo stile musicale dei 13th Floor Elevators, il loro è un garage rock psichedelico, di base “un R&B grezzo (vero e proprio punk ante-litteram), influenzato dalla British Invasion (Kinks e Yardbirds in primis) e dalla destrutturazione della black music anticipata da gruppi come Kingsmen e Trashmen” (dalla rubrica Pietre Miliari di Onda Rock)

  • La musica dei 13th Floor Elevators è quella di un vulcano in ebollizione. Il suono straniante e circolare prodotto dal jug di Tommy Hall è un simulatore di bollore lavico, un incubo premonitore delle perverse linee di viola di John Cale. Provate a chiudere gli occhi su Roller Coaster e riaprirli mentre sta per finire Venus In Furs e avrete la concreta percezione della relazione concettuale ed estetica che lega in qualche modo la scelta rivoluzionaria delle due band. The Psychedelic Sounds è un disco paranoico e sostanzialmente perverso nonostante i buoni propositi e l’apparente aria innocua mostrata su pezzi come Splash One o Don‘t Fall Down. Il suo cuore vero è quello che si nasconde su brani come Reverberation, Fire Engine e il suo coro di voci dell’oltretomba, Roller Coaster, You Don‘t Know, la mesmerica Kingdom of Heaven, Monkey Island e dentro quel capolavoro di perversione sessuale che è You‘re Gonna Miss Me. La musica degli Elevators è priva di respiro, claustrofobica e opprimente. Come se le porte di quell’ascensore in realtà non si aprissero mai. Soffocante come un batuffolo di bambagia intriso di paraffina ficcato giù nel palato. Nessuno sorride dentro i corridoi del tredicesimo piano ma è nel ventre di questo grattacielo di Austin che scorre l’ascensore che porta in alto la musica psichedelica più insana e delirante degli anni Sessanta. (Reverendo Lys)

Roky Erickson è venuto a mancare l’anno scorso (Austin, 31 maggio 2019): aveva 71 anni. Ma la sua carriera venne interrotta da malattie mentali debilitanti poco più che ventenne, protagonista di una vita tra ospedali e centri di riabilitazione per disintossicarsi dalle droghe, tra un elettroshock ed un altro.

Roky Erickson.

Uno degli episodi chiave della sua carriera si verificò nel 1968, mentre si trovava alla fiera Hemis di San Antonio: Roky iniziò a parlare in maniera sgangherata e sostenne di essere un marziano. Da qui il soprannome “l’alieno psichedelico”. I medici gli diagnosticarono una schizofrenia paranoide e decisero il ricovero nell’ospedale psichiatrico di Houston, dove fu sottoposto ad elettroshock (un altro grande nome del rock che subì il medesimo trattamento è stato Lou Reed, che ce ne parla nella canzone Kill Your Son).

  • La terapia dell’elettroshock ritorna nefasta anche nella biografia di Roky Eryckson, venerato patriarca della tribù psichedelica con i suoi 13th Floor Elevators, da cui si separò definitivamente nel 1968, giacché i suoi problemi con le droghe e la legge (fu arrestato per possesso di marijuana) si erano fatti sempre più fitti. Venne giudicato insano di mente e riuscì a evitare il carcere, ma fu come passare dalla padella alla brace. E la brace, in questo caso, non era così proverbialmente metaforica visto che la corte dispose che fosse “curato” proprio con l’elettroshock. Erickson fu spedito prima all’ospedale psichiatrico di Houston, quindi recluso al Rusk State Hospital dove subì un trattamento da “Arancia Meccanica”. Il suo stato di salute non migliorò di certo e, anzi, col passare del tempo assunse comportamenti sempre più eccentrici: iniziò a parlare gibberish – una lingua immaginaria simile alla pratica teatrale del grammelot – e a sostenere di essere in contatto coi marziani”. (Dalla rubrica Juke-Box di Onda Rock)

Un anno dopo l’episodio di San Antonio, nel 1969, Erickson venne arrestato per possesso di marijuana e si finse malato di mente per sfuggire al carcere. Ricoverato nell’ospedale di Austin, fuggì più volte e fu trasferito al Rusk State Hospital for the Criminally Insane, dove rimase fino al 1972 subendo ulteriori trattamenti di elettroshock. Nel 1975 riprese a cantare e comporre, ma era un ragazzo “diverso”, provato ormai nel fisico e nella mente.

  • La sua musica ha influenzato molti musicisti in questi decenni: nel 1990 era uscito il tributo “Where the Pyramid Meets the Eye”, a cui avevano partecipato T-Bone Burnett, Primal Scream, ZZ Top e R.E.M. (Rockol)

Vorrei concentrare la vostra attenzione, ora, su You’re Gonna Miss Me, brano caratterizzato da un suono davvero particolare, di quelli che a quei tempi “ancora non si era udito”: esso è prodotto da uno strano strumento, l’electric jug, una sorta di brocca elettrica in vetro-ceramica con un microfono all’imboccatura, suonata da Tommy Hall avvicinando le labbra all’apertura e facendole vibrare, per cui emetteva al contempo un tono musicale e un tremolio continuato che andava dunque a supportare, indelebilmente, la sezione ritmica in ogni brano dell’album, specificando alle orecchie di chi ascolta che si sta per entrare in un’altra dimensione. Già dall’attacco, un bel 4/4 a metà strada tra il proto punk e il garage rock più sporco, si assapora quello che sarà poi lo stile di tutta la track, reso unico e inconfondibile dal suono tremolante e allucinato dell’electric jug, che ci dice che quella musica è sì rozza e primitiva, ma capace di trasportarti in universi sconosciuti.

Original LP Mono Mix version (1966). By the psychedelic rock band “13th Floor Elevators”. As noted by several users, this is the original mono mix. This song, as some others from the same album, were never mixed in stereo for the original stereo LP.

Nel video che segue, una primitiva versione di You’re Gonna Miss Me fatta dagli Spades, la prima band di cui fece parte Roky Erickson.

Qui sotto, invece, potete ascoltare la cover di You’re Gonna Miss Me fatta dai Doug Sahm & Sons e contenuta nell’album tributo a Erickson Where the pyramid meets the eye.

You’re Gonna Miss Me la trovate anche in Nuggets: Original Artyfacts From The First Psychedelic Era, 1965–1968, la mitica compilation del 1972 prodotta da Lenny Kaye (che da lì a poco sarebbe diventato il chitarrista di Patti Smith!) che quando uscì riaccese l’attenzione su una scena “sopraffatta” da Woodstock e dalla cultura hippie (cit. Il Manifesto): un doppio LP contenente singoli garage rock e psichedelici usciti negli Stati Uniti nella seconda metà degli anni ’60 per la Elektra Records, nelle cui note di copertina appare, tra le prime volte, il termine punk rock usato da Kaye proprio per identificare il suono di alcuni gruppi presenti. Tutti pezzi dall’approccio spesso approssimativo, selvaggio, crudo, minimale.

Non mi resta che augurarvi: “Have a nice trip with The Psychedelic Sounds of 13th Floor Elevators!

 

Pubblicato il: 28/04/2020 da Skatèna