Tom Araya: «No, Dio non odia nessuno, ma era davvero un grande titolo…»
Oggi il cantante e bassista degli Slayer Tom Araya compie 62 anni.
Nato il 6 giugno 1961 a Viña del Mar, Cile, in una famiglia di quattro fratelli e due sorelle, con loro si trasferisce in California nel 1966.
Ha 8 anni quando inizia a suonare il basso, e col fratello Johnny alla chitarra impara le canzoni dei Beatles e degli Stones.
Dopo il diploma frequenta un corso di fisioterapia, e in seguito forma i Quits e conosce il chitarrista Kerry King con il quale nel 1981 fonda gli Slayer inaugurando una carriera pregna di successi.
Gli Slayer sono uno dei gruppi thrash metal più influenti di sempre. Il loro primo album, Show No Mercy, fu finanziato da Araya e dal padre di King.
- Se c’è una band che ha plasmato l’immagine e l’aggressività del metal contemporaneo è quella degli Slayer. Sulle scene da trent’anni, sono stati spesso identificati con il satanismo. Forse non a torto… Il loro logo è la stella a cinque punte (tradizionale simbolo dell’occultismo), una copertina di un loro disco fu censurata per blasfemia e, a leggere i testi delle canzoni, il messaggio parrebbe chiaro. Alcuni loro pezzi hanno titoli inequivocabili: «L’inferno aspetta», «Dio ci odia tutti», «Lo scheletro di Cristo», «Oscurità di Cristo». Tom Araya, cantante e bassista della band, sul palco canta il verso «Io sono l’Anticristo, il tuo dio mi ha abbandonato», ma è cattolico. Da sempre. ( Il Manifesto).
Araya è anche autore dei testi degli Slayer e nel corso degli anni ha più volte citato storie di noti serial killer: ad esempio, la canzone 213 tratta il caso di Jeffrey Dahmer, Dead Skin Mask quello di Ed Gein.
Nel video che segue, gli Slayer suonano 213 il 12 marzo 1995 al Mesa Amphitheater in Arizona.
In una intervista, Araya ha detto che:
(…) la nostra band è veramente brava in quello che fa. Gran parte delle tematiche anti-religiose sono scritte da Kerry King (il chitarrista della band, ndr). E mi dispiace dirlo, ma quando le leggo dico ‘è roba veramente buona’, perché riesce a scandalizzare le persone e farle ammattire. Un obiettivo che abbiamo sempre avuto. Non mi piace giudicare. Non giudico e non voglio essere il primo a scagliare la pietra. La mia fede, il mio tipo di cattolicesimo mi permette di fare questo. Non sono per chi pensa che la fede sia ‘Devi fare così’ ‘Devi essere così’. Io non credo a queste cose. Come spiegare un disco dal titolo feroce come God Hates Us All? Dio non odia nessuno, ma era davvero un grande titolo…
Nel 2002 Araya ha partecipato all’album tributo Rise Above: 24 Black Flag Songs to Benefit the West Memphis Three coverizzando il brano Revenge.
Una chicca ricordatami dal mio amico Felipe: quella volta in cui, grazie agli Slayer, Cartman salvò South Park da un’apocalisse Hippie.
Fonte immagine in evidenza: https://commons.m.wikimedia.org/wiki/File:Araya_Slayer_M%C3%BCnchen_2016_(6_von_6).jpg#mw-jump-to-license.
Pubblicato il: 06/06/2023 da Skatèna