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Trent’anni senza Frank Zappa, indimenticato genio irriverente di Baltimora

Trent’anni senza Frank Zappa, indimenticato genio irriverente di Baltimora

«Scrivo brutta musica perché l’America è brutta»

Il 4 dicembre 1993 ci lasciava a Los Angeles uno dei più rivoluzionari compositori e polistrumentisti del Novecento: Frank Zappa, figura iconica della storia della musica, capace di “surfare” tra generi, dal rock al blues, dal jazz e alla fusion, fino al prog e all’avanguardia.

Nato a Baltimora, nel Maryland, il 21 dicembre del 1940, suo padre Francesco era un perito industriale originario di Partinico, un paese in provincia di Palermo, e sua madre, Rose Marie, una casalinga di origini francesi e italiane.

I riferimenti alle sue origini italiane sono presenti in brani come Tengo ‘na minchia tanta, Questi cazzi di piccione e Dio fa.

Zappa ebbe fama internazionale alla guida della sua band, The Mothers of Invention, che originariamente si chiamava The Soul Giants e ne facevano parte il batterista Jimmy Carl Black, il bassista Roy Estrada, il sassofonista Davy Coronado, il chitarrista Ray Hunt, e il cantante Ray Collins, ma una lite tra quest’ultimo e Hunt nel 1964, portò alla fuoriuscita di Hunt e al reclutamento di  Zappa in sua sostituzione come chitarrista.

Frank_Zappa_Mothers_of_Invention_1971

Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/The_Mothers_of_Invention#/media/File:Frank_Zappa_Mothers_of_Invention_1971.JPG

Quando nel 1966 uscì il concept Freak Out! per la Verve Records, vero e proprio classico underground prodotto da Tony Wilson e al quale, stando a quanto affermato da Paul McCartney, si erano ispirati i Beatles per Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band, il disco fece scalpore non solo perché fu uno dei primi doppi della storia del rock (per la precisione è il secondo, preceduto da Blonde on Blonde di Bob Dylan), ma anche per la natura dissacrante dei testi dei brani in esso contenuti nei confronti della società americana, fondamentalmente “un attacco frontale e dissacrante di tutti i valori conformisti e borghesi (e quindi commerciali) che imperavano in molta musica del periodo retrograda” (Storia della Musica). Zappa, attraverso le sue “canzoni stupide” (come lui per primo amava definirle), “si faceva portavoce anarchico dei ‘diversi’, di coloro che vogliono il cambiamento, e lo vogliono subito” (Onda Rock).

 

Dopo l’esperienza con le Mothers of Invention, Zappa intraprese la carriera solista pubblicando oltre sessanta produzioni, sempre caratterizzate dalla sua inconfondibile verve dissacrante e ironica.

Di seguito, l’apparizione televisiva di Zappa al Saturday Night Live, uno dei programmi di maggior successo e più longevi della storia della televisione, andato in onda per la prima volta l’11 ottobre 1975.

Qui, invece, in una jam coi Pink Floyd all’Actuel Festival, Mont de lnclus, Amougies, Belgium: era il 25 October, 1969.

 

Stasera Sky Arte, in occasione del trentesimo anniversario della morte di Zappa, gli renderà tributo con il docu-film definitivo a lui dedicato e dal titolo Zappa. La pellicola è stata diretta da Alex Winter e ripercorre la carriera dell’artista facendo luce, grazie a una serie di materiali e filmati inediti provenienti dall’archivio privato della famiglia Zappa, anche sui suoi aspetti più intimi e umani.


Fonte immagine in evidenza: https://www.google.it/url?sa=i&url=https%3A%2F%2Fcommons.wikimedia.org%2Fwiki%2FFile%3APortrait_of_Frank_Zappa%2C_1970.jpg&psig=AOvVaw0WAhIcipx-Ffge2zDmi1kz&ust=1701774036535000&source=images&cd=vfe&opi=89978449&ved=0CBMQjhxqFwoTCIi-4LjQ9YIDFQAAAAAdAAAAABAE

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Autore: Karina 

 

 

Pubblicato il: 04/12/2023 da Skatèna