[VIDEO] Young Signorino e quel concerto che doveva esserci (ma non c’è stato)
“Che fai stasera?”
“Vado a vedere Young Signorino al Monk, voi?”
“Anche noi, ci vediamo lì”
A dire il vero non è andata esattamente così, perché “cavolo, 10 euro sono tanti”.
Non per un concerto, non per un concerto di Young Signorino.
Ma per la vita.
Il risultato, comunque, non cambia: ci vediamo al Monk.
Arrivo davanti all’ingresso alle 21:30 e, mentre attendo i miei amici, sento un addetto avvisare i buttafuori: “Mi raccomando, controllate con attenzione borse, zaini e quant’altro, perché stasera l’atmosfera non sarà delle migliori: i messaggi e i commenti ricevuti sulla pagina del locale non rassicurano”.
Mmh… ahi, ahi, ahi…
Il demone Young Signorino, la rovina della musica, colui che ha sfruttato (o ha lasciato che qualcuno sfruttasse) i segreti del Marketing per raggiungere il successo, non la deve passare liscia stasera.
Men che meno il pubblico che lo verrà a sentire.
Mi guardo il tatuaggio di Gandhi che ho sul braccio destro (non ho detto in faccia, ho detto sul braccio) e penso: “Cazzo”.
Penso “Cazzo” e arrivano i miei amici.
Sigaretta, due chiacchiere, il tempo di scoprire che il punk trentenne, il grunge quarantenne, il capellone (metallaro?) forse trentenne o forse quarantenne, il ragazzino sorridente tra i 15 e i 18 (che ora crescono così in fretta, questi giovani) e una mamma non sono lì per Bugo, ma per Young Signorino.
Non vi nascondo la mia inevitabile simpatia per il quarantenne grunge che, guardando la mia maglia di Cobain, sorride – ne sono certa – ripensando al nostro idolo eroinomane.
La nostra dolce droga. Ya.
Poco prima di entrare nella sala concerti, vediamo due buttafuori correre verso il camerino accessibile dall’area antistante, e il mio primo pensiero è: “Chi sta picchiando chi?”.
Mi riguardo il tatuaggio di Gandhi, sorrido – ve lo assicuro – ripensando al mio idolo eroinomane.
Da quel momento, solo una grande attesa.
Atmosfera rilassata, selezione musicale alla Lady Coco, giovani che ballicchiano composti e ci guardano col viso di chi sta pensando: “Ma quindi non siamo soli, Young Signorino piace anche a loro”.
La risposta non la sapranno mai: perchè Young Signorino piace davvero anche a noi?
Poco importa. Ciò che resta è la mia convinzione che si siano sentiti meno soli.
Ed è nello sguardo di quei ragazzi sbarbati ed educati che ho visto riflesso il mio viso.
Ho visto un paio di rughe, ma fidatevi, solo perché era buio.
Ho visto sei anni di disoccupazione e mio zio che non c’è più.
Ho visto me a 15 anni col viso di chi sta pensando: “Ma quindi non sono sola”.
Ecco.
L’esibizione di Young Signorino non avverrà mai, perché “ha avuto un attacco di panico”, “è arrivato tardi”, “Bugo lo odia”, “ha paura”, “è solo una trovata di Marketing”.
Ma tutto questo poco importa.
Quella bimba riflessa in quegli occhi è diventata donna e per una sera ha guardato quei giovani come fossero i figli che non ha e mai avrà.
A volte basta comunicare.
“Che fai stasera?”
“Vado a vedere Young Signorino al Monk, voi?”
Ilenia Volpe per radiocittaperta.it
Pubblicato il: 27/05/2018 da Redazione Radio Città Aperta