Allonsanfàn
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1816: dopo il congresso di Vienna e durante la Restaurazione, Fulvio Imbriani, nobile lombardo, ex ufficiale napoleonico ed ex giacobino, tradisce i compagni dei “Fratelli Sublimi”, un gruppuscolo rivoluzionario velleitario e privo di respiro politico. Sarà un tragico percorso verso la morte, a seguito del procurato fallimento di una spedizione in Basilicata sul tipo di quella di Carlo Pisacane. Melodrammatico, a tratti viscontiano, il film ha notevoli squilibri narrativi, soprattutto quando è tentato dalla leggerezza: la regressione ideale e psicologica del protagonista (un grandissimo Marcello Mastroianni) è molto ben delineata, al contrario della frammentaria e confusa dialettica rivoluzionaria. Eccellente il cast femminile, così come la colonna sonora di Ennio Morricone.
Visti in prima visione, la rubrica curata dal nostro esperto cinefilo Marcello Gerardi, si occupa di Allonsanfàn, di Paolo e Vittorio Taviani.
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1816: dopo il congresso di Vienna e durante la Restaurazione, Fulvio Imbriani, nobile lombardo, ex ufficiale napoleonico ed ex giacobino, tradisce i compagni dei “Fratelli Sublimi”, un gruppuscolo rivoluzionario velleitario e privo di respiro politico. Sarà un tragico percorso verso la morte, a seguito del procurato fallimento di una spedizione in Basilicata sul tipo di quella di Carlo Pisacane. Melodrammatico, a tratti viscontiano, il film ha notevoli squilibri narrativi, soprattutto quando è tentato dalla leggerezza: la regressione ideale e psicologica del protagonista (un grandissimo Marcello Mastroianni) è molto ben delineata, al contrario della frammentaria e confusa dialettica rivoluzionaria. Eccellente il cast femminile, così come la colonna sonora di Ennio Morricone.
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