Chinatown
Visti in prima visione, la rubrica curata dal nostro esperto cinefilo Marcello Gerardi si occupa di Chinatown, di Roman Polanski.
1937: Un investigatore privato, J.J.Gittes, scopre la morte per omicidio di un pubblico funzionario di Los Angeles, collegata a un grave caso di corruzione, che nasconde una terribile e scandalosa vicenda privata.
Un noir chandleriano perfettamente realizzato, misterioso ed inquietante, che rappresenta una mirabile riproposizione dei grandi film del passato con Humphrey Bogart. Pervaso da un senso incombente del Male, Polanski, reduce dalla terribile morte della moglie Sharon Tate nella strage di Bel Air, realizza uno dei suoi grandi capolavori, pervaso da un senso di cupa, ineluttabile perdita di umanità. Jack Nicholson è perfetto nel ruolo del detective travolto dagli eventi, e Faye Dunaway ambigua, affascinante, presunta “Dark Lady” si cimenta in una delle sue più sofferte grandi interpretazioni. John Huston rappresenta in modo perfetto l’incarnazione della malvagità del capitalismo emergente. Ottima la scelta del commento sonoro, affidata a Jerry Goldsmith.
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