Il fantasma della libertà
Visti in prima visione, la rubrica curata dal nostro esperto cinefilo Marcello Gerardi, si occupa di Il fantasma della libertà di Luis Buñuel.
Il film è costituito da una serie di episodi, apparentemente senza alcun filo conduttore. La Spagna invasa dalle truppe napoleoniche, che vorrebbero esportare principi liberali, si ribella al grido: Viva le catene! In un parco pubblico, un ambiguo individuo regala figurine a due bambine, provocando l’ira dei genitori: si tratta di innocue cartoline di Parigi. In una camera d’albergo alcuni frati giocano a carte con dei santini, mentre il gestore organizza un festino e si fa frustare da una donna. Un cecchino spara sulla folla, viene condannato a morte, ma esce dal tribunale acclamato. Il prefetto di Parigi riceve una telefonata dalla sorella morta, viene arrestato per violazione di sepolcro, ma il nuovo questore lo accoglie ed insieme organizzano una repressione di un corteo studentesco. Questi ed altri episodi, grotteschi ed angoscianti, in una pellicola profondamente surrealista che risente delle concezioni freudiane, lacaniane a marxiane. Uno dei più ermetici e visionari film del maestro spagnolo, che descrive con furore nichilista l’assurdità di un mondo borghese, dedicandolo al poeta surrealista Benjamin Peret ed alle sue peripezie. Ricchissimo il cast, che tra gli altri vede la presenza di Monica Vitti, Jean Rochefort, Michel Piccoli, Milena Vukotic, Adolfo Celi, Adriana Asti.
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