Intervista ai PET NEEDS | 6-5-22
PET NEEDS
Intervista con Johnny (voce) e George (chitarra ) Marriott dei PET NEEDS, special guests al concerto di Frank Turner and The Sleeping Souls, venerdì 6 maggio 2022 ai Magazzini Generali, Milano.
ET Ciao Ragazzi, siamo qui per fare una chiacchierata su di voi e sullo show di questa sera.
Partiamo subito con il chiedervi, qual è l’origine del vostro nome, PET NEEDS?
JM Siamo entrambi originari di Derby, nelle Midlands, a circa 200 km a nord di Colchester; poi io mi sono trasferito a Colchester, e George, mio fratello, si è trasferito giù qualche anno dopo e abbiamo deciso di formare un gruppo ma non avevamo un nome, scrivevamo solo canzoni punk insieme; oscillavamo ubriachi alle 3 del mattino dopo una notte fuori e avremmo avuto un concerto di lì a pochi giorni e non avevamo ancora un nome da mettere sul poster; dovevo dare da mangiare al mio gatto e sulla confezione c’era scritto “il tuo gatto deve mangiare due volte al giorno” (Your PET NEEDS NDA); quindi non ha un significato troppo profondo (ride). Non ci aspettavamo che ci desse un lavoro, era solo un nome per quell’ingaggio. Ed è rimasto.
ET Colchester, Essex. Com’è stato crescere e vivere lì? E com’è la scena musicale?
JM Colchester è interessante perché si trova ai margini di Londra quindi non ci sono grandi tour che arrivano lì, quindi tutto quello che succede lì ce lo dobbiamo costruire da soli. Stiamo comunque vivendo un bel periodo attualmente, ci sono un sacco di band: per esempio Ghosts Of Men, SuperGlu, e ruota tutto intorno al Coda Colchester che è gestito da due 25enni e da lì tutto parte, cresce ed esplode. E’ bello essere in tour ora, ma staremo a casa per tre settimane tra due settimane, e c’è un nuovo negozio di dischi a Colchester (che non ha mai avuto un negozio di vinili tranne il grande negozio HMV), perciò suoneremo in un piccolo negozio di dischi, nella nostra città, e poi anche al Coda Colchester; è veramente una bella cosa, perché il negozio di dischi non è solo dove compri album, costruisce una comunità dove incontri altre persone dedite alla musica.
ET SI, è veramente una cosa importante, la comunità, piccoli gruppi che si sviluppano in cui diffondere nuova musica e cultura.
Ma parliamo del vostro album di debutto “Fractured Party Music” uscito il 12 Marzo 2021 per la Xtra Mile Recordings!
JM E’ stato molto strano perché è stato un album che abbiamo deciso di registrare durante il lockdown. Nel Gennaio 2020 eravamo a un punto interessante per la band, cioè gennaio era un momento dove i concerti erano desolati, avremmo fatto 3 o 4 show dove c’erano tipo sessanta persone tutte insieme. Poi c’è stato il Covid e non abbiamo lavorato per un po’ di mesi, tutti nostri concerti sono scomparsi, perciò ci siamo chiesti cosa fare in quel momento, come avremmo mantenuto la nostra creatività; abbiamo quindi pensato che quello fosse il momento migliore per lavorare al nostro primo album. Quindi abbiamo prenotato lo studio di registrazione, con sei settimane di anticipo anche se non avevamo ancora finito tutti i pezzi; abbiamo iniziato a scrivere come matti e siamo entrati in studio con un certo Tom Donovan; è stato fatto tutto in modo molto spontaneo e al primo take, ci siamo sentiti molto organici, energici, è stato molto bello. E quindi è stato fatto il mix e il master da Frank Turner con cui suoneremo stasera e da lì sono partite le cose e ora siamo a Milano!
ET E’ la prima volta a Milano?
JM Sono stato un paio di volte a Milano prima, non ci ho mai suonato; una volta ero qui per un festival chiamato ‘Rock in Idro’ e c’erano i Sum 41 sul palco a suonare, un fulmine ha colpito il palco e il festival fu cancellato. E’ stato davvero strano, io non parlo italiano, tra i punk e le creste ho visto che qualcuno è salito ad annunciarlo e la gente ha iniziato a piangere disperata. Forse poi è stato meglio che sia stato cancellato perché avevo dei problemi alla caviglia e quindi ho avuto delle difficoltà.
ET Mi piacerebbe chiedervi di una traccia in particolare dell’album, il titolo dice ‘Punk isn’t dead. It’s just up for sale.’ E’ forse il riassunto di uno dei più grandi concetti circa il punk, cioè che lo vede completamente lontano da logiche commerciali.
JM Si, quando è stata scritta, vivevamo ai margini di Londra, a circa 45 minuti di treno e una volta ho dovuto prendere il treno per Londra; stavo aspettando sul binario e ho visto tutte queste persone ricoperte di tatuaggi che li ricoprivano con la camicia per andare a lavorare in banca a Londra. Trovo interessante questa posizione oscillante tra la persona che esce il weekend super ribelle e quella che deve andare a lavoro ogni giorno. Per me, riguardava un po’ la mia vita perché facevo un lavoro di cui andavo molto fiero, per un’associazione di volontariato per persone autistiche, ma dovevo lavorare in ufficio e indossare una camicia tutti i giorni e ho visto che la metà che ero e quella che volevo essere erano due cose separate e quindi quella frase ‘Punk isn’t dead , it’s just up for sale’ incanala la separazione di due concetti: ribellione ed espressione di sé e la cosa di cercare di mettere a posto le cose perché la società ti dice di farlo e mi sono sentito sinceramente più da una parte.
ET Avete sentito della battaglia legale tra John Lydon contro i suoi compagni di band per utilizzare le loro canzoni all’interno della Serie TV che Danny Boyle vuole fare sui Sex Pistols?
JM Si. Quando ero a quel festival a Milano, una delle band che non vedevo l’ora di sentire erano i Public Image LTD (prima che il fulmine colpisse il palco, ho visto che stavano caricando il loro logo sulla cassa di batteria). Sono cresciuto ascoltando i Sex Pistols e sono stata la band che mi ha portato nel punk; di solito ascolti i Green Day e da loro ascolti i Sex Pistols, per me è stato tutto il contrario, sono stati LA BAND per me. Penso che John abbia un carattere davvero interessante, dovuto anche al fatto che sta portando sulle sue spalle molto, anche per il fatto di sua moglie e del suo totale impegno verso di lei al momento, ma fa delle cose davvero problematiche a volte, come quando supporta Donald Trump, puoi immaginare che siano solo per ribellione o per provocare le persone, ma comunque sono cose molto pericolose. Sono molto eccitato per la serie Tv che sta uscendo. E’ basata sull’autobiografia di Steve Jones e quindi capisco il punto di John, perché si tratta solo di una prospettiva e penso che Steve Jones avrà una particolare prospettiva sia per come è John ora e per come era in passato, ma non sono assolutamente d’accordo che non sia stato contattato prima per questo, sono assolutamente sicuro che lo sia stato. Ma comunque non vedo assolutamente l’ora di vederla. E’ una cosa comunque interessante di cui parlare, le persone non sono autorizzate su come usare la musica o a goderne in pieno . Mi ricordo che David Cameron, un tory diventato Primo Ministro, una persona terribile, ma disse che la sua band preferita erano gli Smiths e Johnny Marr se ne uscì dicendo che non gli era permesso che gli piacessero gli Smiths. Tornando a John, posso capire perché sia arrabbiato, ma non ho pensato per un secondo che non ci sia sia confrontato prima. Ma comunque non vedo l’ora di vederlo dal momento che adoro Trainspotting e Danny Boyle.
ET Cos’è il punk oggigiorno? E’ solo una genere musicale, è un’ispirazione dal passato, o delle regole di stile da seguire, una filosofia, un modo di vivere o un senso di comunità?
JM Penso che sia un’attitudine e anche un senso di comunità. Penso anche che abbia a che fare con il senso di ribellione; mi piace molto un’artista degli UK, Self Esteem che fa pop music ma è veramente brava in quello che fa, è ribelle, è rude, è femminista. Oppure c’è un ragazzo, Bob Vylan, che rappa e fa heavy music, ha appena raggiunto il numero 18 nelle classifiche con un’etichetta che ha messo su solo l’altro anno, per me è una delle cose più punk che puoi fare. Il punk è DIY; anche nei grandi concerti ci facciamo da tour manager da soli, guidiamo il van da soli, vendiamo il merch e penso che sia una sorta di attitudine ma è anche comunità, è espressione di sè, è creatività. Per me di sicuro non è scrivere con uno spray un A cerchiata sul muro. Riguarda la positività, la creatività e l’amore; penso di essere un hippie punk.
ET Come quando avete incontrato Frank Turner? E cosa significa per voi essere gli special guests al suo concerto?
JM Ci siamo incontrati due anni prima del lockdown. Eravamo a Londra e suonavamo in un festival rock, lui era tra gli headliner; forse era all’Electric Ballroom; Frank venne a vedere il concerto, poi ci scambiammo delle e-mail e le cose tacquero per un annetto ma pensammo che fosse veramente cool, perché eravamo suoi grandi fan. E poi nel mezzo del lockdown ricevemmo una e-mail che aveva solo nell’oggetto la parola Essex, che è il posto da cui veniamo noi; la aprimmo e diceva “Ciao, sono Frank, è un po’ strano ma volevo solo dirvi che mi sto trasferendo vicino a voi, nell’Essex, vengo a vivere vicino al mare. Non conosco nessuno lì, se ci vogliamo vedere per una pinta dopo il lockdown, fatemi sapere”. E noi abbiamo pensato subito “Ma è reale?!” ma lo era. Abbiamo usato il tempo del lockdown per registrare un album e lui disse “interessante, perché io sto imparando a mixare e produrre”. Ed ecco come salì a bordo per l’album; ed ecco anche come siamo diventati amici; ha suonato anche al Coda Colchester. Poi abbiamo iniziato anche a lavorare ad un altro album che uscirà a Settembre. L’etichetta per cui aveva firmato ci ingaggiò e da lì Frank inizialmente inaugurò il suo tour negli UK, poi quello europeo e quindi quello americano. E’ strano da guardare tutto insieme ma è proprio perché è stato tutto costruito in piccoli passi uno dopo l’altro che sembra quasi normale oggi; la cosa strana è quando guardi le foto o i video e ti chiedi: “L’abbiamo fatto davvero??! E’ davvero bizzarro”. E’ quasi imbarazzante da dire ma siamo davvero suoi grandi fan; ci ha ispirato, guidato nel nostro sound.
GM E’ davvero importante lo stare a contatto con dei musicisti professionisti con cui crescere di livello ogni giorno.
ET Quindi piani futuri?
JM Si, la grande notizia è che l’album n. 2 sta arrivando, a Settembre. E’ un tipo diverso di album, perché con l’album n. 1 stavamo decidendo di registrare un album e guardavamo tutte le canzoni che già avevamo, scegliendo quale sarebbe stata la migliore, ed è stato come un best of dei quattro anni precedenti; con l’album n. 2 abbiamo costruito una sorta di concetto anche se non è un concept album. Siamo entrati in studio con una nuova consapevolezza.
Questa è la nostra ultima esibizione in Europa con Frank, torneremo a casa e poi in Germania con gli Skinny Lister, poi in America con Frank, facendo un paio di show con in NOFX per il Punk in Drublic, poi di nuovo gli UK con Frank. Perciò super super impegnati e ne siamo contentissimi!
Thanks to PET NEEDS, HellFire Booking, eRocks Production
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