Lo specchio
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Nel suo film più autobiografico, il grande regista russo, compiuti i quarant’anni, fa un bilancio della propria esistenza rievocando le due vicende familiari complementari e consecutive: l’infanzia, trascorsa con la propria madre e la sorellina, dopo l’abbandono da parte del padre, e lui stesso da adulto, separato dalla madre e dal figlio Ignat. Alternando sapientemente bianco e nero e colore, a seconda dei periodi di vita rievocati, l’Autore realizza un film insieme onirico e realistico, di grande, struggente suggestione visiva, dove passato e presente si intersecano. L’opera ha un grande respiro poetico, ed è animata da profonda spiritualità; essa si interroga sul senso della vita e della morte, e sugli eventi drammatici della storia del Novecento e della stessa Russia. Straordinaria Interpretazione di Margarita Terechova, nel duplice ruolo della moglie e della madre del regista.
Visti in prima visione, la rubrica curata dal nostro esperto cinefilo Marcello Gerardi, si occupa di Lo specchio di Andrej Tarkovsky.
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Nel suo film più autobiografico, il grande regista russo, compiuti i quarant’anni, fa un bilancio della propria esistenza rievocando le due vicende familiari complementari e consecutive: l’infanzia, trascorsa con la propria madre e la sorellina, dopo l’abbandono da parte del padre, e lui stesso da adulto, separato dalla madre e dal figlio Ignat. Alternando sapientemente bianco e nero e colore, a seconda dei periodi di vita rievocati, l’Autore realizza un film insieme onirico e realistico, di grande, struggente suggestione visiva, dove passato e presente si intersecano. L’opera ha un grande respiro poetico, ed è animata da profonda spiritualità; essa si interroga sul senso della vita e della morte, e sugli eventi drammatici della storia del Novecento e della stessa Russia. Straordinaria Interpretazione di Margarita Terechova, nel duplice ruolo della moglie e della madre del regista.
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