Professione: reporter
Visti in prima visione, la rubrica curata dal nostro esperto cinefilo Marcello Gerardi, si occupa di Professione: reporter di Michelangelo Antonioni.





Per dimenticare il proprio passato e crearsi una nuova identità, il reporter David Locke (uno straordinario Jack Nicholson), recatosi in Africa per effettuare un reportage sulla guerriglia, si sostituisce a David Robertson, trafficante d’armi, a lui molto somigliante, morto di infarto in albergo. Tornato in Europa, conosce una ragazza libera e molto profonda (Maria Schneider) e con lei si rifugia in Spagna, al fine di far perdere le tracce alla moglie (Runacre), ormai totalmente assente nella sua vita così come ai guerriglieri con i quali Robinson aveva stipulato accordi. Film tra i più belli e misteriosi di Antonioni, realizzato in forma di thriller, nel quale, come in Blow Up, la realtà risulta impenetrabile per gli esseri umani; ma il disagio esistenziale stavolta si trasforma in un lungo cammino verso una morte prevista e cercata. Uno straordinario piano sequenza di 7 minuti, che rimane nella storia del cinema, ci congeda dal personaggio con pudore e quieta rassegnazione. Un film perfetto, se non fosse per qualche banalità nel dialogo, in cui il Maestro ci ripropone mirabilmente il tema della incomunicabilità tra gli esseri umani.
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