Viaggio in Turchia e oltre: intervista a Michelangelo Severgnini
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Il musicista e documentarista Michelangelo Severgnini ha presentato agli ascoltatori il nuovo album tra Italia e Turchia Quando le mule partoriranno.
L’album è stato lanciato il 23 ottobre sulle piattaforme musicali turche: è prodotto, scritto, diretto e suonato da Michelangelo Severgnini e distribuito dalla BGST Records .
Le registrazioni sono state realizzate tra il 2009 e il 2010 a Istanbul e sono state inizialmente realizzate per la colonna sonora dell’omonimo film che rimane tuttora inedito, per ragioni politiche. Nel corso del 2022 il materiale è stato ripreso e mixato da Ümit Tuncay Aydın e integrato con alcune nuove incisioni.
L’uscita dell’album è arricchita dai disegni di Elise Cucinotta dedicati ai singoli pezzi dell’album.
Racconta Michelangelo: “Nei primi mesi del 2009, durante il primo periodo trascorso a Istanbul, prese forma l’idea di girare un film documentario che avrebbe raccontato le storie di personaggi molto diversi, ma tutti abitanti nella città sul Bosforo.
In collaborazione con uno sceneggiatore turco scrissi una trama in cui le storie di un curdo, un rom, un italiano, una turca, un eritreo, un greco e un armeno si sarebbero incrociate nei quartieri e nelle strade di Istanbul.
Le riprese del film si svolsero durante il 2009 fino alla primavera del 2010. Il titolo scelto fu “Quando le mule partoriranno” (“Katırlar doğurunca” in turco).
Questo titolo riprendeva un passaggio de “Le Storie” di Erodoto di Alicarnasso (oggi chiamata Bodrum in Turchia), lo storiografo greco antico.
Erodoto racconta che Serse, il re persiano, circondò Babilonia con l’intenzione di conquistarla. Ma la faccenda andò per le lunghe, essendo allora quella la città meglio fortificata del mondo.
Infatti un giorno, un abitante di Babilonia dalle mura gridò a Serse: “Stai perdendo tempo. Conquisterai Babilonia solo quando le mule partoriranno”.
Poiché i muli sono animali ibridi, sono quindi sterili. Questo era un modo per dire a Serse che non avrebbe mai conquistato Babilonia.
Finché Serse non riuscì inaspettatamente a trovare una mula in grado di partorire e di conseguenza a quel punto, fiducioso del segno del destino ricevuto, riuscì a trovare anche il modo di conquistare Babilonia.Questo era allora un modo per dire che nella Istanbul che abbiamo conosciuto, c’erano molte persone che lottavano per qualcosa che ragionevolmente non si sarebbe mai avverato: le tante consolazioni che la gente cercava, ognuna racchiusa nella propria sofferenza, l’impossibilità di uscire da una spirale di traumi e violenze che ingabbiava il pensiero così come la vita di ogni giorno. Un’armonia sociale a portata di mano eppure fatalmente segnata da un’atavica sofferenza. A meno che… A meno che un giorno una mula non avesse partorito. Perché a quel punto, in quel giorno, sarebbe potuta accadere tutta una serie di cose impossibili.
Questo era lo spirito dei tempi che pensavamo di interpretare perché in quel 2009, in Turchia come nel Mediterraneo, solo per un momento, ma avevamo sentito il profumo di qualcosa di impossibile.
Purtroppo il vento è cambiato rapidamente. Nel settembre 2010 si tenne in Turchia un referendum costituzionale che spinse i cittadini turchi a votare all’unisono contro o a favore di un pacchetto di riforme costituzionali. Il popolo finì per accettare il ricatto e permise a Recep Tayyip Erdoğan di riformare la Corte costituzionale che fino ad allora aveva impedito la sua deriva autoritaria.
Che il vento fosse cambiato, noi che avevamo lavorato al film ce ne siamo subito accorti. Diverse produzioni turche con le quali avevamo accordi per la post-produzione e la distribuzione del film si tirarono improvvisamente indietro. Le poche parole sempre molto simili erano: “bel lavoro, ma ora rischiamo di chiudere se decidessimo di coprodurlo”.
E così fu che, dolorosamente, un anno più tardi decidemmo di ritirare il film, anche se alla fine fu montato e finalizzato. Lo ritirammo per lo stesso motivo per cui ancora oggi non faccio i nomi di coloro che collaborarono con me all’epoca: lo sceneggiatore, i produttori esecutivi, i dialoghisti, gli assistenti, i costumisti, gli attori, le comparse e tante altre figure che resero possibili le riprese di quel film.
Oggi però, a 14 anni dalla registrazione di questa musica, sento la necessità di pubblicarla.
Un sogno naufragato con le rivolte del Mediterraneo che hanno portato anni di guerra, lutti e saccheggio delle risorse dei paesi colpiti dai conflitti.
Un sogno che oggi rivive attraverso la musica che fu composta per quel film.
Oggi, quando nuovi scenari cupi si affacciano all’orizzonte, sento il bisogno di far risuonare questa musica, di riaffermare un passaggio della mia vita e della nostra storia che la censura non può sopprimere”.
Le registrazioni sono state realizzate tra il 2009 e il 2010 a Istanbul e sono state inizialmente realizzate per la colonna sonora dell’omonimo film che rimane tuttora inedito, per ragioni politiche. Nel corso del 2022 il materiale è stato ripreso e mixato da Ümit Tuncay Aydın e integrato con alcune nuove incisioni.
L’uscita dell’album è arricchita dai disegni di Elise Cucinotta dedicati ai singoli pezzi dell’album.
Racconta Michelangelo: “Nei primi mesi del 2009, durante il primo periodo trascorso a Istanbul, prese forma l’idea di girare un film documentario che avrebbe raccontato le storie di personaggi molto diversi, ma tutti abitanti nella città sul Bosforo.
In collaborazione con uno sceneggiatore turco scrissi una trama in cui le storie di un curdo, un rom, un italiano, una turca, un eritreo, un greco e un armeno si sarebbero incrociate nei quartieri e nelle strade di Istanbul.
Le riprese del film si svolsero durante il 2009 fino alla primavera del 2010. Il titolo scelto fu “Quando le mule partoriranno” (“Katırlar doğurunca” in turco).
Questo titolo riprendeva un passaggio de “Le Storie” di Erodoto di Alicarnasso (oggi chiamata Bodrum in Turchia), lo storiografo greco antico.
Erodoto racconta che Serse, il re persiano, circondò Babilonia con l’intenzione di conquistarla. Ma la faccenda andò per le lunghe, essendo allora quella la città meglio fortificata del mondo.
Infatti un giorno, un abitante di Babilonia dalle mura gridò a Serse: “Stai perdendo tempo. Conquisterai Babilonia solo quando le mule partoriranno”.
Poiché i muli sono animali ibridi, sono quindi sterili. Questo era un modo per dire a Serse che non avrebbe mai conquistato Babilonia.
Finché Serse non riuscì inaspettatamente a trovare una mula in grado di partorire e di conseguenza a quel punto, fiducioso del segno del destino ricevuto, riuscì a trovare anche il modo di conquistare Babilonia.Questo era allora un modo per dire che nella Istanbul che abbiamo conosciuto, c’erano molte persone che lottavano per qualcosa che ragionevolmente non si sarebbe mai avverato: le tante consolazioni che la gente cercava, ognuna racchiusa nella propria sofferenza, l’impossibilità di uscire da una spirale di traumi e violenze che ingabbiava il pensiero così come la vita di ogni giorno. Un’armonia sociale a portata di mano eppure fatalmente segnata da un’atavica sofferenza. A meno che… A meno che un giorno una mula non avesse partorito. Perché a quel punto, in quel giorno, sarebbe potuta accadere tutta una serie di cose impossibili.
Questo era lo spirito dei tempi che pensavamo di interpretare perché in quel 2009, in Turchia come nel Mediterraneo, solo per un momento, ma avevamo sentito il profumo di qualcosa di impossibile.
Purtroppo il vento è cambiato rapidamente. Nel settembre 2010 si tenne in Turchia un referendum costituzionale che spinse i cittadini turchi a votare all’unisono contro o a favore di un pacchetto di riforme costituzionali. Il popolo finì per accettare il ricatto e permise a Recep Tayyip Erdoğan di riformare la Corte costituzionale che fino ad allora aveva impedito la sua deriva autoritaria.
Che il vento fosse cambiato, noi che avevamo lavorato al film ce ne siamo subito accorti. Diverse produzioni turche con le quali avevamo accordi per la post-produzione e la distribuzione del film si tirarono improvvisamente indietro. Le poche parole sempre molto simili erano: “bel lavoro, ma ora rischiamo di chiudere se decidessimo di coprodurlo”.
E così fu che, dolorosamente, un anno più tardi decidemmo di ritirare il film, anche se alla fine fu montato e finalizzato. Lo ritirammo per lo stesso motivo per cui ancora oggi non faccio i nomi di coloro che collaborarono con me all’epoca: lo sceneggiatore, i produttori esecutivi, i dialoghisti, gli assistenti, i costumisti, gli attori, le comparse e tante altre figure che resero possibili le riprese di quel film.
Oggi però, a 14 anni dalla registrazione di questa musica, sento la necessità di pubblicarla.
Un sogno naufragato con le rivolte del Mediterraneo che hanno portato anni di guerra, lutti e saccheggio delle risorse dei paesi colpiti dai conflitti.
Un sogno che oggi rivive attraverso la musica che fu composta per quel film.
Oggi, quando nuovi scenari cupi si affacciano all’orizzonte, sento il bisogno di far risuonare questa musica, di riaffermare un passaggio della mia vita e della nostra storia che la censura non può sopprimere”.
Michelangelo Severgnini
Regista. Nato a Crema nel 1974, è redattore di Radio Onda d’Urto dal 1999 al 2001. Nel 2000 è autore del libro Good morning, Pristina! – diario di un giornalista radiofonico tra Kosovo e Serbia (Prospettiva edizioni). Nel 2001 in qualità di compositore e contrabbassista incide l’album 2001: odissee infrante alle periferie dell’impero”(MAP produzioni). Realizza il primo documentario nel 2002, Il ritorno degli Aarch- i villaggi della Cabilia scuotono l’Algeria (60’, Carta, settimanale). Nel luglio 2004 gira in Iraq …e il Tigri placido scorre – istantanee dalla Baghdad occupata (70’). Tra il 2004 e il 2008 partecipa come videoautore per l’agenzia H24 a numerosi documentari televisivi in onda su LA7 e Rai3, tra cui Stato di paura, premio della critica Ilaria Alpi nel 2007. Il terzo lavoro indipendente esce nel settembre 2008, Isti’mariyah – controvento tra Napoli e Baghdad (80’, edizioni Peacereporter.net, con le musiche dei Radiodervish), già vincitore nel 2006 del Premio Internazionale Documentario Reportage Mediterraneo nella sezione creatività e nel 2008 del primo premio assoluto per la miglior opera in concorso al Sole e Luna doc festival. Dal 2007 cura il sito kapdkjumb.it, su cui tiene un diario in rete. Nell’estate 2008, dopo aver interrotto la sua collaborazione con la tv, ha lasciato L’Italia e si è trasferito a Istanbul, dove ha girato il film Katırlar doğurunca (Quando le mule partoriranno). Il film è stato ultimato in collaborazione con la casa di produzione Figli del Bronx. Dal gennaio 2011 vive a Napoli.
Regista. Nato a Crema nel 1974, è redattore di Radio Onda d’Urto dal 1999 al 2001. Nel 2000 è autore del libro Good morning, Pristina! – diario di un giornalista radiofonico tra Kosovo e Serbia (Prospettiva edizioni). Nel 2001 in qualità di compositore e contrabbassista incide l’album 2001: odissee infrante alle periferie dell’impero”(MAP produzioni). Realizza il primo documentario nel 2002, Il ritorno degli Aarch- i villaggi della Cabilia scuotono l’Algeria (60’, Carta, settimanale). Nel luglio 2004 gira in Iraq …e il Tigri placido scorre – istantanee dalla Baghdad occupata (70’). Tra il 2004 e il 2008 partecipa come videoautore per l’agenzia H24 a numerosi documentari televisivi in onda su LA7 e Rai3, tra cui Stato di paura, premio della critica Ilaria Alpi nel 2007. Il terzo lavoro indipendente esce nel settembre 2008, Isti’mariyah – controvento tra Napoli e Baghdad (80’, edizioni Peacereporter.net, con le musiche dei Radiodervish), già vincitore nel 2006 del Premio Internazionale Documentario Reportage Mediterraneo nella sezione creatività e nel 2008 del primo premio assoluto per la miglior opera in concorso al Sole e Luna doc festival. Dal 2007 cura il sito kapdkjumb.it, su cui tiene un diario in rete. Nell’estate 2008, dopo aver interrotto la sua collaborazione con la tv, ha lasciato L’Italia e si è trasferito a Istanbul, dove ha girato il film Katırlar doğurunca (Quando le mule partoriranno). Il film è stato ultimato in collaborazione con la casa di produzione Figli del Bronx. Dal gennaio 2011 vive a Napoli.
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