La proprietà non è più un furto
Visti in prima visione, la rubrica curata dal nostro esperto cinefilo Marcello Gerardi, si occupa di La proprietà non è più un furto di Elio Petri.
L’anomala persecuzione che un giovane impiegato di banca, Total, autodefinitosi “marxista mandrakista”, la cui esistenza si trascina stancamente accanto al padre pensionato, infligge ad un ricco e volgare macellaio, rubandogli prima il coltello, poi il cappello, l’automobile e l’amante Anita, anche ricorrendo all’aiuto di un ladro professionista. L’esito sarà tragico.
Un cupo film brechtiano, fortemente espressionista, grottesco e privo di speranza, che fu fortemente (ed ingiustamente) avversato dalla critica di sinistra dell’epoca. In realtà, Petri e Ugo Pirro costruiscono un’opera apocalittica, allucinatoria, che anticiperà la livida e devastante tematica di Todo modo.
Grandi interpretazioni di Flavio Bucci nel ruolo di Total e di Ugo Tognazzi nel ruolo dello spregevole macellaio. Daria Nicolodi interpreta con efficacia e sensibilità il ruolo di donna oggetto.
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