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Ilaria Cucchi a L’Ottavo Giorno: “Passi in avanti, ma un secondo caso Cucchi è ancora possibile”

Ilaria Cucchi a L’Ottavo Giorno: “Passi in avanti, ma un secondo caso Cucchi è ancora possibile”

di Valentino De Luca

E’ un graffio questo “Sulla mia pelle“, il film Netflix diretto da Alessio Cremonini sull’ultima settimana di vita di Stefano Cucchi.
Arriva improvviso, non voluto e la sua guarigione dipenderà dalla profondità d’incisione sulla carne.

Gli ultimi 7 giorni del geometra romano di 31 anni arrestato ad ottobre del 2009 nel parco in via Lemonia e morto circa una settimana dopo mentre era affidato alla custodia dello Stato.
Percosse da parte delle Forze dell’Ordine, l’atroce sospetto come causa scatenante dello stato di malessere che porterà al decesso.

A dare vita, volto, pelle e ossa all’involontario protagonista del caso giudiziario che più di tutti ha sconvolto la coscienza collettiva, è Alessandro Borghi, attore da molti considerato tra i migliori della sua generazione.
Dimagrito, sofferente, silenzioso, affronta il proprio Calvario con una rassegnata accettazione, sentendosi abbandonato dalla Società e (a torto) dai propri cari.

Mentre per il personaggio della combattiva sorella Ilaria è stata scelta Jasmine Trinca che incarna tutta la tenacia e la caparbietà di chi sa di aver subito un torto e vuole ottenere giustizia e per farlo non esiterà ad esporre, moderna Sindone, le foto del fraterno corpo martoriato alla pubblica opinione.

A L’Ottavo Giorno, la trasmissione di approfondimento giornalistico, news e cultura di Radio Città Aperta, ho avuto l’opportunità di avere Ilaria (quella vera) come ospite per parlarci delle sue reazioni di fronte al film e sulle conseguenze che questa importante opera avrà, se ne avrà, su di una società che sembra aver trovato il capro espiatorio di tutti i suoi mali e fallimenti nella sistematica persecuzione delle marginalità, del tossico, dell’immigrato, del povero, del diverso.

Con la speranza di creare gli anticorpi necessari affinché questo non accada più, anche se, come dice Ilaria, la strada da fare è ancora lunga.

Pubblicato il: 25/09/2018 da Redazione Radio Città Aperta