Ricordando John Lennon: “Across the Universe”, un viaggio caleidoscopico-musicale nelle viscere del cosmo
Sounds of laughter, shades of life
Are ringing through my opened ears
Inciting and inviting me
Limitless undying love
Which shines around me like a million suns
It calls me on and on across the universe
di Skatèna
9 OTTOBRE 1940 – nasceva a Liverpool John Lennon, la rockstar che sognava un’umanità migliore, un mondo di fratellanza, pace e amore, senza nulla per cui morire o uccidere, senza religioni, ma soprattutto senza barriere nè confini.
Il suo official website lo definisce un “artist, musician, poet, peace activist & philosopher“; dal 1962 al 1970 militò nei Beatles nella plurima veste di compositore, cantante, chitarrista (ma vi suonò anche l’armonica, l’organo e il pianoforte), e in coppia con McCartney formò uno dei sodalizi poetico-musicali più straordinati e di successo della storia della musica del XX secolo.
Dopo l’esperienza coi Fab Four, Lennon si dedicò alla carriera solista, impegnandosi sul fronte dell’attivismo politico, rifiutando la guerra ed ergendosi a paladino della pace. Fu assassinato la sera dell’8 dicembre 1980 colpito da 4 proiettili sparatigli alle spalle da un fan squilibrato, Mark David Chapman, con una pistola calibro 38, nell’ingresso del Dakota Building, sua residenza a New York: Lennon era appena tornato da una seduta di registrazione al Record Plant Studio insieme a Yoko Ono.
Oggi voglio onorare la sua memoria con Across the Universe, ballata psichedelica e orientaleggiante, “un viaggio in acido grazie agli arrangiamenti di Phil Spektor” (fonte: rockinonda, speciale di ondarock a cura di Claudio Fabretti), pura poesia cosmica che Lennon canta mentre suona la chitarra accompagnato da George Harrison (sitar, tanbur, percussioni).
“E’ la canzone con il testo migliore e più poetico che io abbia mai scritto“, ha affermato John durante un’intervista del 1970 alla rivista Rolling Stone: una magnifica e caleidoscopica giostra di musica, che nel 2008 è stata scelta dalla NASA per essere inviata nelle profondità nello spazio (vedi infra):
Prima di essere inserita nell’album Let It Be dei Beatles del 1970, Across the Universe fu pubblicata in No One’s Gonna Change Our World, una raccolta di artisti vari uscita nel dicembre 1969 per scopi di beneficenza. E il 1969, si sa, fu un anno particolare: vi accadde di tutto, tra la summer of love, il mega concerto di Woodstock, il movimento hippy e la guerra in Vietnam. Ma fu anche l’anno degli ultimi sprazzi di vita della band di Liverpool, ormai prossima allo scioglimento.
La canzone, scritta da Lennon-McCartney, fu ideata dal primo in una notte del 1967, quando trasse ispirazione ascoltando la moglie Cynthia che parlava di una questione. Era il periodo in cui i Beatles si davano alla meditazione trascendentale e prova ne è la frase/mantra del testo “Jai guru deva om“, che dà il via al ritornello e che in sanscrito vuol dire più o meno: “ode al divino guru“.
Il 4 febbraio 2008 avvenne poi qualcosa di unico ed eccezionale: quando in Italia era l’una di notte, la NASA trasmise via radio, sparandola dalla sua parabolica, Across the Universe in direzione della Stella Polare (da sempre l’unico punto di riferimento utile per orientarsi di notte, anche al buio e anche in mezzo al mare), a 431 anni luce di distanza, per festeggiare in contemporanea tre avvenimenti: i propri 50 anni, il 40° anniversario della canzone e il 45° del Deep Space Network.
Quanto alle cover, numerosi artisti vi si sono cimentati, ma tra le varie versioni ho scelto per voi le due seguenti:
- quella di David Bowie in collaborazione con lo stesso Lennon e inclusa nell’album Young Americans del 1975:
- quella eseguita live da Brian Molko dei Placebo a Bruxelles nel 2010 per celebrare l’inizio del semestre di presidenza belga dell’UE:
Qui sotto, un clip di una decina di minuti che ho scovato sul “tubo” e che parla delle origini e del significato di Across The Universe: buona visione, con l’augurio che “niente e nessuno mai possa cambiare il vostro come il mio mondo“:
Da ultimo, vi consiglio di visitare il sito www.beginnerguitarhq.com, ove vi è un interessantissimo articolo che ci dice come fare per suonare la chitarra ritmica “alla John Lennon”.
Cliccate sul link seguente per accedere alla guida:
https://beginnerguitarhq.com/john-lennon-rhythm-guitar/
Questa la traduzione dell’incipit:
“Nonostante una carriera leggendaria con i Beatles prima e da solista poi, John Lennon è stato sottovalutato per le sue capacità di suonare la chitarra. Nel corso della sua vita, tuttavia, Lennon si affermò come uno dei più grandi chitarristi ritmici nella storia dello strumento.
Se vuoi migliorare le tue capacità di suonare la chitarra ritmica, esaminare lo stile di Lennon è un ottimo punto di partenza. Tra le sue prime esibizioni rock and roll e la sua successiva sperimentazione con generi diversi, ci sono molte tecniche che puoi adattare al tuo stile di gioco.
In questa guida, discuteremo alcuni dei concetti chiave che troverai nella ritmica di Lennon. Successivamente, esamineremo alcune delle migliori parti di chitarra ritmica dell’ex Beatle in brani specifici e analizzeremo l’equipaggiamento che usava per dar vita al suo stile“.