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Dal Lago Bullicante alla Riserva Jaci-Paraná: diverse lotte, lo stesso sopruso

Dal Lago Bullicante alla Riserva Jaci-Paraná: diverse lotte, lo stesso sopruso

Cosa ha in comune la regione brasiliana di Jaci-Paraná, nello stato di Rondônia, con il quartiere Prenestino a Roma? Molto più di quanto si possa pensare. A diverse latitudini, con mezzi differenti, storie lontane, livello, natura e intensità di ingiustizia molto diversi, raccontano storie di soprusi e di resistenza.

03/05/2021 – Thais Palermo Buti

area protetta jaci parana

Area protetta Jaci Parana, Rondonia, Brasile

Nel Lago Bullicante – che rivendica un nome per poter esistere nelle carte dei centri di potere decisionale – centinaia di militanti presidiano lo spazio per evitare che le ruspe del padrone finiscano di buttare giù fino all’ultimo ramo.

A Rondônia, più specificamente a Jaci-Paraná, intere comunità indigene resistono all’ennesimo attacco del privato mascherato da pubblico, l’approvazione di un progetto di legge che riduce la Riserva Estrattiva di Jaci-Paraná di 171mila ettari, pari a una perdita dell’89% del territorio protetto, oltre a modificare i limiti del Parco Regionale Guajará-Mirim.

In entrambi i casi – sarebbe ironico se non fosse tragico – il potere pubblico, quello che dovrebbe proteggere chi protegge le aree a rischio, interviene per far tacere chi si batte per la preservazione ambientale. Che poi nel caso dei popoli indigeni va molte oltre al nostro concetto occidentale di “armonia uomo natura”. Loro stanno oltre a queste dicotomie distruttive. Ma questa è un’altra storia.

Il disegno di legge, approvato in due turni dai deputati regionali di Rondônia, è ora sotto la sanzione del governatore, il colonnello Marcos Rocha, autore del Progetto, che fin dall’inizio è stato oggetto di molte discussioni, principalmente a causa della riduzione della riserva estrattiva. Riduzione che i fautori della legge giustificano con la regolarizzazione della situazione fondiaria dei produttori rurali, ma che ambientalisti e leader di comunità denunciano come un modo per premiare l’invasione delle terre demaniali e la trasformazione della foresta in pascolo. Senza parlare della violenta espulsione dei seringueiros, i tradizionali abitanti della riserva.

La Riserva Estrattiva Jaci-Paraná (Resex) è stata creata nel 1996, con 205mila ettari – poi ridotti a 193mila – proprio per garantire la protezione delle aree occupate dalle popolazioni tradizionali dalle “grandi pressioni di attività predatorie” che si traducono in perdite irreversibili di flora, fauna e aggravamento dei conflitti sociali. Ad oggi, si stima che ci siano all’interno della Riserva circa 120mila capi di bestiame, e che ci sia almeno un centinaio di azioni legali in corso contro gli invasori.

Più di venti organizzazioni socio-ambientali hanno firmato una nota di ripudio condannando la proposta dei parlamentari. “La riserva estrattiva di Jaci-Paraná sarà praticamente estinta. Dei 193mila ettari esistenti, ne resteranno solo 22mila, poco più del 10% della superficie originaria. Il parco statale Guajará-Mirim perderà 55mila ettari, in un taglio che raggiungerà anche la sede dell’unità di conservazione, che rimarrà fuori dall’area preservata. I numeri sono ancora stimati. Non c’era trasparenza in queste informazioni ei nuovi limiti proposti non sono ancora chiari ”, hanno avvertito le organizzazioni, che denunciano anche il retrocesso democratico della decisione, presa senza coinvolgere le comunità. Il risultato, se la legge sarà occupata, è che “la terra sottratta alle unità di conservazione sarà data in premio agli invasori illegali, che hanno occupato la foresta con la violenza”.

 

Per questo non ci resta che lottare, a Roma come in qualunque altra parte del mondo.

Pubblicato il: 03/05/2021 da Thais Palermo