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“La cura” di Battiato: la musica come rimedio d’amore per la fragilità umana

“La cura” di Battiato: la musica come rimedio d’amore per la fragilità umana
Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d’umoreDalle ossessioni delle tue manieSupererò le correnti gravitazionaliLo spazio e la luce per non farti invecchiare

 Il potere terapeutico e salvifico della musica e dell’amore è rappresentato appieno da “La cura” di Battiato, una delle più sentite canzoni contemporanee, pubblicata nel 1997 come singolo estratto dall’album L’imboscata.

La cura di Franco Battiato, una delle più sentite canzoni d’amore contemporanee, venne pubblicata dalla Mercury Records nel 1997 come singolo estratto da L’imboscata, album del 1996 che segna la seconda collaborazione nella stesura dei testi con Manlio Sgalambro. Un lavoro che il cantautore siciliano volle dedicare al suo amico Gesualdo Bufalino, scomparso pochi mesi prima. Il disco fu uno dei più venduti dell’anno e rimase in classifica per più di 40 settimane.

È una canzone che ha un quid insondabile di ispirazione. C’è una grande differenza tra il comporre canzoni come mestiere e avere ispirazioni. La cura è una di quelle che è arrivata come da una cellula superiore. È arrivata come una piccola luce a toccarmi e mi è bastata per scrivere questo pezzo. Il testo poi lo abbiamo scritto a quattro mani con Sgalambro, però la cellula è stata di amore veramente universale – Franco Battiato.

In poco tempo il brano ebbe un grande successo di pubblico e critica, vincendo come “Canzone italiana dell’anno” al Premio italiano della musica del 22 marzo 1997.

Per parlare di “amore” bisogna parlare di qualche altra cosa. Noi abbiamo fatto una canzone considerata unanimemente d’amore, parlando di cura, di protezione, di mani che accarezzano i capelli come trame di un canto – Manlio Sgalambro

Battiato portò La cura all’edizione del Festivalbar del 1997.

Di seguito, la clip ufficiale che accompagna il brano, girata a Lisbona e diretta da Riccardo Paoletti.

Il filosofo tedesco del Novecento Heidegger, considerato il maggior esponente dell’esistenzialismo ontologico e fenomenologico, nella sua opera del 1927 Essere e tempo, affronta il concetto di cura intrecciandolo con la questione dell’essere e dell’esserci: l’uomo è l’unico essere vivente che si rende conto di esistere, cioè di esserci, e il modo in cui tutta la sua esistenza si realizza è prendendosi cura. L’esistenza è, in poche parole, essere nel mondo, quindi essere fra gli altri.

La cura ‘è’ il mio stesso esserci. L’Esserci si mette alla ricerca del suo essere più proprio inteso come quell’essere del quale per lui ne va. Questo modo fondamentale d’essere Heidegger lo indica come ‘Cura’. L’essere dell’Esserci è la Cura.

Ma in che modo l’uomo si prende cura? Ponendosi in continua relazione con gli altri e con tutto ciò che lo circonda.

  • La cura nei confronti degli altri, dai quali l’essere umano è e sarà sempre esistenzialmente circondato, può essere finalizzata sia a rendere qualcuno dipendente dal proprio aiuto oppure, viceversa, ad aiutarlo a raggiungere una propria consapevolezza, autonomia e libertà. È chiaro che La cura di Battiato segue quest’ultimo percorso. (Una musica può dire)
L’essenza dell’uomo è la cura (essere per…). La cura inautentica sottrae agli altri le cure procurando loro direttamente ciò di cui hanno bisogno; è quindi rivolta verso gli oggetti più che verso gli uomini (es. procurare del pesce a qualcuno che non sa pescare) ed è espressione di “essere insieme”.
La cura autentica, invece, aiuta gli altri ad assumersi le proprie cure e quindi ad essere liberi di realizzare il proprio essere (es. insegnare a pescare a qualcuno che non sa pescare) ed è espressione di “coesistere”.

Nel video che segue, La cura cantata da Franco Battiato su Sky Arte:


Fonte immagine in evidenza: FRANCO BATTIATO | Fabio Gismondi | Flickr


 

Pubblicato il: 23/03/2024 da Skatèna