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William Shakespeare: “Il pazzo, l’amante e il poeta non sono composti che di fantasia”

William Shakespeare: “Il pazzo, l’amante e il poeta non sono composti che di fantasia”

Rinuncia al tuo potere di attrarmi ed io rinuncerò alla mia volontà di seguirti

 

Il 23 aprile 1564 nacque a Stratford-upon-Avon William Shakespeare, tra i più grandi poeti di sempre, oltre che il più illustre drammaturgo della cultura occidentale.

William Shakespeare nel ritratto eseguito da Martin Droeshout.

Le sue opere teatrali, tradotte in tutte le principali lingue del mondo, sono state inscenate più spesso di qualsiasi altra; Shakespeare è inoltre lo scrittore più citato nella storia della letteratura inglese, e la sua importanza e la sua influenza socio-culturale sono tali che molte delle espressioni linguistiche da lui adoperate sono poi entrate nell’uso dell’inglese comune.

Frontespizio del primo quarto (1600)

Per rendergli omaggio nel giorno della sua nascita, vorrei focalizzaste la vostra attenzione su Sogno di una notte di mezza estate (A Midsummer Night’s Dream), commedia in 5 atti scritta intorno al 1595-96 e pubblicata nel 1600 (è forse la più famosa tra le opere di argomento comico del “Bardo dell’Avon”), ma lo farò principalmente citando alcune delle più belle frasi da essa estrapolate:

  • Non c’è occhio d’uomo che abbia mai sentito, né orecchio che abbia mai veduto, non c’è mano che abbia mai assaggiato, né lingua che abbia mai toccato, e tantomeno cuore che abbia mai raccontato un sogno come il mio. (Rocchetto: atto IV, scena I)
  • Pazzo, amante, poeta: tutti e tre sono composti sol di fantasia. (Teseo: atto V, scena I)
  • Può ben dire la sua un leone, quando a dir la loro ci sono tanti asini in giro. (Demetrio: atto V, scena I)
  • La tua virtù mi rassicura: non è mai notte quando vedo il tuo volto; perciò ora a me non sembra che sia notte, né che il bosco sia spopolato e solitario, perché tu per me sei il mondo intero; chi potrà dunque dire che io sono sola se il mondo è qui a guardarmi?
  • L’amore può dar forma e dignità a cose basse e vili, e senza pregio; ché non per gli occhi Amore guarda il mondo, ma per sua propria rappresentazione, ed è per ciò che l’alato Cupido viene dipinto col volto bendato. (Elena: atto I, scena I)
  • L’amore non guarda con gli occhi ma con la mente e perciò l’alato Cupìdo viene dipinto bendato.
  • Ahimè, da quanto ho potuto leggere o udire di racconti e storie vissute, la strada del vero amore non è mai piana. (Lisandro: atto I, scena I)
  • Io fuggirò da te, mi nasconderò nella selva e ti lascerò in balia delle bestie feroci. (Demetrio: atto II, scena I)
  • Le più feroci non hanno un cuore come il tuo. Fuggi quando vuoi, e la storia sarà invertita: Apollo scappa e Dafne lo rincorre; la colomba insegue il grifone; la mite cerva corre ad afferrare la tigre. Vana corsa, quando la vigliaccheria ci insegue e la prodezza fugge. (Elena: atto II, scena I)
  • Ciò che il tuo occhio al risveglio vedrà il tuo vero amore diventerà. (formula magica di Oberon: atto II, scena II)

Se noi ombre vi abbiamo irritato non prendetela a male, ma pensate di aver dormito, e che questa sia una visione della fantasia… noi altro non v’offrimmo che un sogno.

Dopo l’esordio, la commedia Sogno di una notte di mezza estate non fu mai rappresentata nella versione integrale fino alla metà del XIX secolo; nel 1692 ci fu però un adattamento musicale da parte di Henry Purcell dal titolo di The Fairy Queen, una versione ridotta in cui Bottom era il personaggio principale.

Qui sotto, Henry Purcell: The Fairy Queen diretto da Nikolaus Harnoncourt per la regia di Philipp Harnoncourt (Soprano – Dorothea Röschmann Soprano – Martina Janková Mezzo-soprano – Elisabeth von Magnus Countertenor – Terry Wey Tenor – Joshua Ellicott Bass – Florian Boesch):

Il Sogno si presenta come una commedia epitalamica (si apre con l’annuncio del matrimonio tra Teseo ed Ippolita, regina delle Amazzoni, e si conclude con la consacrazione del talamo da parte delle fate), e molto probabilmente fu composta in occasione della celebrazione solenne di nozze tra dei membri dell’aristocrazia inglese. Al di là della funzione più o meno pratica, questo curioso copione racchiude in sé, come sempre accade in Shakespeare, eterogenei spunti di tipo tematico, stilistico e paradigmatico. Mito, fiaba, e quotidianità si intersecano continuamente senza soluzione di continuità e questo porta a riconoscere, all’interno dell’opera, suggestioni che vanno da fonti classiche (Metamorfosi ovidiane ed apuleiane) al patrimonio folkloristico tipico dell’Inghilterra (fate e folletti burloni compaiono comunque anche nei trattato sulla stregoneria di R. Scot e nel romanzo francese H. De Bordeaux, tradotto da Lord Berners) sempre originalmente e genialmente contaminati e ricreati dalla fervida fantasia di Shakespeare. (Shakespeare Italia)

Johann Heinrich Füssli: Matrimonio di Titania.

TRAMA

Alla corte di Atene stanno per celebrarsi le nozze fra il Duca d’Atene, Teseo, e la Regina delle Amazzoni, Ippolita, da lui rapita. Davanti al Duca compaiono il nobile Egeo, sua figlia Ermia, e i giovani Demetrio e Lisandro: Ermia e Lisandro si amano, ma Egeo ha promesso in sposa sua figlia a Demetrio, e, per la legge di Atene, Ermia deve accettare la decisione di suo padre oppure prendere il velo monacale. Il Duca concede ad Ermia tempo fino al suo matrimonio con Ippolita per decidere. Sciolta la seduta, Lisandro ed Ermia rimangono soli e decidono di fuggire da Atene per sposarsi là dove le leggi della città non possono raggiungerli. Si incontreranno nottetempo nel bosco, poco lontano da Atene. Sopraggiunge Elena, un’amica di Ermia che è infelicemente innamorata di Demetrio, il quale però la sdegna perché è a sua volta invaghito di Ermia. Venuta a conoscenza del progetto di fuga di Ermia e Lisandro, Elena (si direbbe per puro masochismo) decide di informarne Demetrio, sapendo che quest’ultimo inseguirà Ermia nel bosco e proponendosi di rincorrerlo a sua volta. Nel bosco, si incontrano il Re delle Fate, Oberon, e la Regina delle Fate, Titania, con i rispettivi seguiti. Fra i due vi è inimicizia, perché Titania ha preso per sé come paggio un principino indiano, di cui Oberon avrebbe voluto fare un cavaliere al proprio servizio. Poiché Titania rifiuta di cedergli il paggio, Oberon decide di vendicarsi: manderà il folletto Puck a procurargli un certo filtro d’amore, con il quale Oberon bagnerà gli occhi di Titania dormiente: al suo risveglio, la Regina si innamorerà del primo essere vivente che vedrà. Oberon inoltre incarica Puck di stregare Demetrio con lo stesso filtro, affinché s’innamori di Elena. Ma Puck, per errore, versa il filtro sugli occhi di Lisandro, il quale, così, s’innamora lui di Elena. Oltre ai giovani amorosi e al popolo delle fate, nel bosco di Atene vi è un terzo gruppo di personaggi: si tratta di una compagnia teatrale improvvisata, composta da artigiani ateniesi che provano un dramma da rappresentare a Corte la sera delle nozze. Per prendersi gioco di loro, Puck tramuta la testa di uno degli artigiani, Bottom, in una testa d’asino: ed è proprio di Bottom che, svegliandosi, Titania s’innamora. Oberon e Puck assistono divertiti agli equivoci e alle baruffe generati dai loro incantesimi sugli amanti ateniesi, dopodiché il re delle fate (che, nel frattempo, ha corretto in parte l’errore di Puck, facendo innamorare Demetrio di Elena) fa calare una fitta nebbia e, addormentatisi di nuovo i quattro giovani, libera Lisandro dall’incantesimo: al risveglio, Lisandro tornerà ad amare Ermia, mentre Demetrio amerà Elena e tutti e quattro torneranno ad Atene credendo di aver solo sognato. Dopo aver ottenuto da Titania il suo paggio, Oberon libera anche lei e Bottom dai loro rispettivi incantesimi. L’ultimo atto della commedia mostra gli artigiani ateniesi rappresentare comicamente e goffamente la loro pièce a Corte, dopo la celebrazione delle triplici nozze fra Teseo e Ippolita, Elena e Demetrio, Lisandro ed Ermia.

  • Il Sogno di una notte di mezza estate è un vero e proprio teorema sull’amore ma anche sul nonsense della vita degli uomini che si rincorrono e che si affannano per amarsi, che si innamorano e si desiderano senza spiegazioni, che si incontrano per una serie di casualità di cui non sono padroni. Un gioco, a volte divertente a volte crudele, di specchi e di scatole cinesi che rivelano quanto la vita degli uomini sia soggetta a mutamenti inspiegabili e come il meccanismo del “teatro nel teatro” riveli la verità più profonda della vita. Gli uomini si affannano in un folle girotondo e nel frattempo le fate si burlano di loro per soddisfare i propri capricci: il dissidio tra Oberon e Titania, infatti, sconvolge la natura e le stagioni mentre un magico fiore rompe le dinamiche degli innamorati che si scambiano ruoli e amanti. In questo turbine di parallelismi e proiezioni si sviluppano le vicende del Sogno imbastito su tre piani, tre regni differenti ognuno dei quali è regolato da linguaggi e dinamiche specifiche. Il mondo delle fate è un mondo parallelo, mentre Oberon e Titania sono proiezioni Oberononiriche del duca d’Atene e della di lui futura sposa. Gli eterei sovrani però, sono più vivi degli uomini. La legge che li governa è la natura intesa come passione, sensualità e debolezza. Non sono astratti ed inconsistenti ma masticano piuttosto passioni e pensieri senza dubbio umani. Al contrario la razionalità e la legge dominano il mondo degli uomini. Quello degli artigiani rappresenta invece il mondo dell’arte che avvicina e mette in comunicazione gli altri due e si fa portatore di un legame indissolubile tra la vita reale e quella ideale. Uno spettacolo sul dissidio continuo e inevitabile tra ragione e istinto, tra apollineo e dionisiaco, tra il bello e il bestiale che vive in ognuno di noi e sulla riflessione quanto mai attuale di come nell’uomo questi due aspetti debbano necessariamente convivere. (Shakespeare Italia)
  • E il ruolo del teatro? Come Bottom e i suoi compagni, il teatro trasfigura ed esplicita, talvolta goffamente, talvolta poeticamente, quello che sono i segreti del cuore e dei sentimenti umani. (Shakespeare Italia)

  • Il Sogno d’una notte di mezza estate è innanzitutto una meravigliosa fiaba, e come tale può essere letta, gustandone i molti momenti di poesia “pura”: i bellissimi notturni illuminati dalla luce della luna, le danze delle fate, le variazioni sul tema della natura dell’amore. E’ possibile anche abbandonarsi ad una lettura sfrenatamente soggettiva, dato che ognuno di noi nella vita si è trovato coinvolto nella classica situazione “A ama B, ma B ama C” (con le relative varianti), e avrebbe dato chissà che per disporre del filtro fatato di Oberon per mettere le cose a posto. Altri importanti nodi tematici nel testo sono: il rapporto fra realtà e fantasia; la natura della creazione poetica; il tema del teatro nel teatro, quest’ultimo affrontato da Shakespeare con grande autoironia, attraverso la parodia della tragedia rappresentata dagli attori dilettanti.  (Shakespeare Italia)

Il Sogno nei fumetti e nei cartoni animati

  • Il numero 36 della serie di fumetti Dylan Dog si intitola Incubo di una notte di mezza estate, ed è ispirato all’opera di Shakespeare.

  • Una delle storie a fumetti di Corto Maltese di Hugo Pratt s’intitola “Sogno di un mattino di mezzo inverno“: anch’essa è chiaramente ispirata al Sogno di Shakespeare. Infatti, anche se ambientata durante la prima guerra mondiale, vi appaiono i personaggi di Oberon, Titania e Puck, risvegliati assieme al mago Merlino e alla Fata Morgana per difendere il suolo britannico dall’invasione tedesca e quindi dai personaggi mitologici sassoni (tra i quali Valkirie e Troll).

  • Sogno di una notte di mezza estate divenne un comic book per opera di Neil Gaiman per la serie The Sandman. La versione vinse diversi premi e si distinse per essere l’unica opera a fumetti che ottenne un World Fantasy Award.
  • La serie animata Gargoyles recupera alcuni elementi del Sogno di Shakespeare. Oberon appare come sovrano della “terza razza” dopo aver deposto sua madre, la Regina Mab. Essa comprende tutte le creature magiche (comprese quelle delle mitologie di tutto il mondo). La razza comprende anche Titania, Puck e le strane sorelle (le tre streghe di Macbeth) e popola l’isola di Avalon.
  • Nel manga Il grande sogno di Maya di Suzue Miuchi, nei volumi 21 e 22 la protagonista Maya recita nel ruolo di Puck in una rappresentazione delle compagnie Tsukikage ed Unicorno in un parco all’aperto. Si tratta di una rappresentazione dell’intera opera.
  • La storia Zio Paperone e la polvere di stelle, pubblicata su Topolino nel 1988, è liberamente ispirata a Sogno di una notte di mezza estate.
  • Un albo di Alan Ford s’intitola Sogno di una notte di mezzo inverno.

Un vera chicca musicale!

Sapevate che i Beatles nel 1964 eseguirono il quinto atto della prima scena del Sogno durante lo show Around The Beatles, per celebrare il quattrocentesimo anniversario della nascita di Shakespeare?

Paul McCartney interpretava Priamo, John Lennon Tisbe, George Harrison il Chiaro di Luna e Ringo Starr il Leone. 

Il video è spassoso, per cui non mi resta che augurarvi buona visione!

Pubblicato il: 23/04/2021 da Skatèna