I Subsonica e “quel suono anche figlio dei rave”: Tutti i miei sbagli
A caduta libera
in cerca di uno schianto
25 anni fa, il 26 Agosto 2000, i Subsonica pubblicavano Microchip emozionale, il loro secondo album in studio, da cui è tratto Tutti I Miei Sbagli, brano con cui Samuel e compagni parteciparono al Festival di Sanremo di quell’anno classificandosi undicesimi.
- Microchip emozionale è l’album simbolo del salto nel vuoto nel nuovo millennio,
con cui i Subsonica riuscirono ad ibridare le nuove istanze della club culture e dell’elettronica (in primis trip hop e drum’n’bass) col rock, rendendole in un certo senso popolari, quindi biodegradabili e digeribili per quelli che erano i parametri del gusto italiano dell’epoca.
- Dando corpo nei testi a un immaginario futuribile ma già presente (ibridazioni uomo-macchina, fascino dell’inorganico, nuove sostanze per compensare nuove patologie), ingrigito da un’oscurità opprimente che rappresenta l’azione di poteri oscuri e globali, cromaticamente sempre più simile alla nostra provincia deformata a metropoli (il paesaggio ispiratore dell’album è la Torino pre-olimpica), Microchip emozionale è riuscito a imporsi come album-simbolo del salto nel vuoto del nuovo millennio. (Una di Mille)
- Sin dagli esordi la band torinese ha puntato a ridisegnare le frontiere della musica italiana, creando un impasto sonoro dove convivono elettrico ed elettronico, poesia e denuncia, senza per questo cedere alle lusinghe di un prodotto commerciale. ( La Stampa)
Nonostante il mediocre piazzamento sanremese, Tutti I Miei Sbagli ebbe un notevole successo sia radiofonico che di vendite, diventando a tutt’oggi la canzone di maggior fortuna dei Subsonica.
E anche quando c’è più dolore
Non trovo un rimpianto
Non riesco ad arrendermi
A tutti i miei sbagli
Il video, diretto da Luca Pastore e girato nel castello di San Giorgio Canavese, riprende le atmosfere delle precedenti clip dei Subsonica ed ha come leitmotiv una spirale che, complice la musica in stile tempio della pezza di chi vuole perdersi nella notte e nello sballo, ricorda la sensazione di #incastro in cui spesso l’amore (da intendersi in senso lato… potrebbe essere anche la predilezione per una sostanza…) ci costringe, e che nonostante gli sbagli che comporta, può essere l’ultima àncora in grado di salvarci da questo mondo sempre più tecnologico e senza anima e che pretende di controllarci ad ogni costo.
Riporto uno stralcio di un’intervista che Max Casacci rilasciò a Rolling Stone Italia nel 2018.
- Cercavate il senso o un gioco di suoni testo&musica? I Subsonica, come Battiato per la generazione dei genitori dei vostri primi fan, si cantavano a memoria, ma ho sempre avuto l’impressione che il significato dei pezzi sfuggisse in gran parte.
Il paragone mi onora e imbarazza. Immagino che il senso dei testi cantati sfuggisse perché, in effetti, gran parte del gioco per noi era costituito dal cantato in italiano su un suono anche figlio dei rave. Poi certo, ogni tanto ci infilavamo anche qualche significato (ride), però per noi era importante questo mix nuovo. - Parlando di altri esperimenti: tra quelli degli indipendenti a Sanremo, Tutti i miei sbagli (uscito nel 1999, ndr), è stato il pezzo più riuscito. Penso che solo gli Afterhours avrebbero potuto ottenere qualcosa di simile con Non è per sempre. Come avete fatto? Dove avete colpito?
Credo che una generazione innamorata di orchestre storte abbinate ai synth, com’è quella cresciuta con i Depeche Mode, abbia visto qualcosa di quel mondo in noi proprio in quell’occasione. Pensa che avevamo rifiutato, poi i responsabili della commissione ci hanno detto che saremmo stati tra i big e allora ci abbiamo provato, ma scrivere un pezzo per il festival era diventata una questione troppo condizionante.
L’immagine in evidenza è uno screenshot del video postato.
Pubblicato il: 27/08/2024 da Skatèna