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L’influenza pionieristica di Poison Ivy, “The Cramps’ Queen of Rock ‘n’ Roll”

L’influenza pionieristica di Poison Ivy, “The Cramps’ Queen of Rock ‘n’ Roll”

Uno dei gruppi leggendari emersi durante la prima ondata del punk americano furono i Cramps.

La band, radicata nella relazione stabile e in continua evoluzione di Lux Interior e Poison Ivy Rorschach, fece breccia nei cuori dei suoi fan per tre lunghi decenni a partire dal 1976.

Tuttavia, la maggior parte delle persone che ha amato i Cramps ha riversato le proprie attenzioni su Interior senza tener conto dei traguardi musicali raggiunti da Ivy.

Nessuno mi parla mai di musica o chitarre“, ha detto una volta la regina senza corona dei Cramps. “Sono la regina del rock’n’roll e non essere riconosciuta tale è puro sessismo“.

Andiamo quindi indietro nel tempo alla scoperta di Ivy come musicista e figura radicale nella storia del rock’n’roll.

Kirsty Marlana Wallace, in arte Poison Ivy, è nata a San Bernardino, California, in una famiglia dove l’amore per la musica è stato tramandato a lei e a suo fratello dal nonno, violinista che accompagnava John Phillips Sousa.

Ricordando la sua infanzia, Ivy ha detto: “Quando ero molto piccola, ero andata in fissa per un 45 giri di mio fratello, ‘Martian Hop’ dei Ran-Dells. Lo faceva girare quando i suoi amici venivano a trovarci, e tutti si divertivano a guardarmi saltare per la stanza e giù dai mobili ogni volta che lo sentivo“.

Vivendo da “nomade”, l’unica costante nella vita di Ivy è stata la musica. Quando si diplomò al liceo, la sua famiglia aveva cambiato già nove volte città, per cui la giovane Kirsty Marlana era senza amici e senza un posto fisso che potesse chiamare casa.

Nata ribelle, la futura Queen dei Cramps ha trascorso la sua adolescenza ad infrangere regole e a crearne di nuove. Dal truccarsi pesantemente gli occhi al fumare sigarette nel bagno delle ragazze, mostrando un totale disprezzo per ogni singolo dettame imposto dalla scuola. Sebbene fosse una studentessa brillante, non le interessava il tipico apprendimento dai libri, ma cercava una comprensione più profonda delle discipline spirituali e religiose, oltre ad avere una smisurata passione per la danza e la musica. Fu in quel periodo che pensò di cominciare a suonare la chitarra per divertirsi: “Mio fratello suonava un po’ la chitarra e mi ha insegnato a fare i riff di’ Pipeline’ e alcuni accordi, ma a parte questo, non ho mai preso lezioni di chitarra. Imparavo gli accordi delle canzoni che mi piacevano da sola“.

È stato quando andò al concerto di Bo Diddley a Sacramento che Ivy iniziò a considerare la musica più di un semplice passatempo. In realtà fu “La Duchessa”, la donna che suonava la chitarra con Diddley sul palco, ad influenzare Ivy: subito dopo il concerto, infatti, Ivy corse a comprare un paio di pantaloni dorati, identici al costume da esibizione della Duchessa, per imitarla.

Anche i chitarristi americani Link Wray e Duane Eddy hanno esercitato un’influenza duratura su Ivy.

My most identifiable influences would be Link Wray and Duane Eddy…the simplicity of it…the stark chords of Link Wray and the stark single-note thing of Duane Eddy,” said Ivy. Adding enthusiastically about Wray, she said: “He had the most apocalyptic, monumental sound I ever heard—real emotional and so simple and so violent. That stands for rock ‘n’ roll, which is supposed to be violent and dangerous and h; I this dangerous sound…No matter how long I’ve been doing this, I hear something new when I listen to him… He’s just so… it’s like guitar at the end of the world. So austere. And so much drama. You know he makes the most out of the least for sure. 

Mentre queste influenze musicali si stavano fondendo insieme nella mente di Ivy per dar luogo a qualcosa di nuovo, unico e speciale, avvenne l’incontro con il suo partner in crime, Erick Purkhiser, meglio noto come Lux Interior.

Circolano diverse versioni su come la loro relazione abbia avuto inizio, ma quella narrata da Ivy sembra la più probabile: “Ci siamo incontrati ad un corso di Arte e Sciamanesimo. Il libro di testo di quella classe si intitolava “Il fungo sacro e la croce”, e l’argomento trattato era che nella Bibbia si parla dell’Amanita muscaria e che Cristo è metafora di questo fungo magico”.

La relazione tra Ivy e Interior e l’equilibrio che hanno raggiunto nella loro vita professionale hanno quindi dato alla luce i Cramps, “il frutto del loro amore”.

La coppia rimase per un breve periodo ad Akron, Ohio, città natale di Lux, punto nevralgico del movimento punk oltre che fucina di musicisti come Chrissie Hynde e Devo.

Poi Ivy e Lux si trasferirono a New York City e fondarono la band con il chitarrista Bryan Gregory e il batterista Pam Ballam.

Esplorando il lato più oscuro del rock ‘n’ roll degli anni ’50, la band ha attirato un vasto numero di seguaci in un breve lasso di tempo. Suonando al CBGB e al Max’s Kansas City al fianco di Blondie, Ramones, Patti Smith e Dead Boys, decisero di suonare un genere tutto loro, “a rock n’ roll Brides of Frankenstein”, secondo Interior. L’ibrido di cui parla è lo “psychobilly”, un miscuglio unico di rock ‘n’ roll ribelle con il rural country e un pizzico di blues.

Ivy iniziò con una chitarra “solid body”, un raro modello canadese, per poi passare definitivamente a una Gibson 6129 del 1958 a corpo cavo, innamorandosi del suo suono profondo e pesante.

È stato lo stile distintivo di Ivy a plasmare la musica psychobilly dei Cramps.

Dopo essersi trasferita a Los Angeles con gli altri membri della band, Ivy suonò anche il basso sia per le esibizioni dal vivo che per le registrazioni in studio. Oltre al suo sensazionale lavoro eseguito con la chitarra, Ivy ha anche scritto assieme a Lux tutti i pezzi dei Cramps.

Per Ivy, l’emozione che ti dà suonare è al di sopra di ogni altra cosa:

I think some guitarists get into an ego thing where they want to perform in some technical way, which even if you can, it’s not always the best thing to choose to do. I still like the idea of playing for pure euphoria. My favourite thing to play, still, is rhythm. It’s just so euphoric that I really get high playing it. Certain things I play don’t even feel like it’s me playing it, and that’s my favourite kind of playing.

Ex dominatrice, Ivy è stata un sex symbol dei suoi tempi. Con un guardaroba composto in gran parte da abiti in lattice e costumi da pin-up, ha dettato legge nella moda del rock per evidenziare il lato oscuro della cultura pop e il suo rapporto con la sessualità.

Le note di copertina dell’album How To Make a Monster dei Cramps cosi recitano: “We wanted to be as shocking, sexy and original as the great culture changing rock and roll pioneers were during the ’50s and ’60s“.

In altre parole Ivy, col suo stile audace, ha ribaltato non solo gli stereotipi della femminilità, ma anche quelli in generale degli anni ’70, caratterizzati dalla mancanza, nel panorama musicale, di artiste donne. Ma lo ha fatto a modo suo, vestendosi come voleva e senza preoccuparsi di nascondere la sua sessualità, lanciando una sfida a tutte le musiciste del futuro ed invitandole ad inseguire e a vivere appieno i propri sogni.

(Fonte articolo: The Far Out)


Fonte immagine in evidenza: Poison Ivy Rorschach of The Cramps at the studios of KMLS … | Flickr

Scarica questa immagine su: Flickr | Dettagli licenza
Autore: Steve Harlow 

 

 

 

 

 

 

Pubblicato il: 21/02/2024 da Skatèna